M.BRUN.
PERUGIA – Una nuova conferma su un punto ormai appurato, ma che viene usato ancora come propaganda: i conti della sanità dell’Umbria sono in equilibrio.
In nessun modo possono giustificare una manovra. Tanto meno una manovra lacrime e sangue come quella decisa sui contribuenti umbri da 1500 euro al mese, per un totale in tre anni, a partire dal gennaio 2026, per 184 milioni di euro. Dal primo gennaio i dipendenti dovranno restituire in 9 mesi – così dicono i consulenti del lavoro non essendoci alcun chiarimento da parte della Regione – tutto il 2025. Una vera stangata. E allora, ecco qua cosa dice l’ultima ricerca della Fondazione Etica, che compare oggi sul Corriere della Sera, il più importante quotidiano italiano.
L’Umbria, secondo il Centro di ricerca REP di Fondazione Etica, detiene il quinto posto tra i migliori bilanci d’Italia. Viene accreditato all’Umbria un debito pro capite di 4 euro. Ma subito dietro l’Umbria c’è la Puglia a 19 e la Liguria a 50 per arrivare ai 144 del Molise.
Davanti 3 regioni hanno bilanci migliori perchè da più di un anno sono in piano di rientro deciso dal Ministero (il Lazio, la Campania e la Sicilia) e solo Lombardia, Veneto e Marche hanno un saldo attivo (anche se minimo di 1 euro) nel bilancio sanitario. Questo è un lavoro che dovrebbe far riflettere: almeno bisognerebbe smettere una volta per tutte di citare a sproposito il bilancio sanitario regionale, che, piuttosto, rischia di andare in disavanzo anche rilevante a partire da quest’anno. Visto che non si trova il modo di intervenire in maniera sensata e si aspetta solo un Piano sanitario che resta tutto da inventare, nonostante siano decenni che se ne parla.


