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E’ caccia aperta tra Stefano Bandecchi e Stefania Proietti sui cinghiali

Il presidente della Provincia spara a pallettoni e la governatrice si rinchiude nel capanno

TERNI –  E’ fuoco aperto tra il presidente della Provincia di Terni, Stefano Bandecchi, e la governatrice dell’Umbria, Stefania Proietti. Una vera e propria battuta di caccia. A far litigare i due, i cinghiali, al momento coloro che sembrano aver vinto battaglie e guerra. Che impazzano nei boschi, nella campagne e anche nel centro urbano.

Il presidente Bandecchi ha puntato i piedi: ha rifiutato i 20mila euro che ogni anno la Regione assegna alla Provincia per contrastare gli animali in esubero, primi fra tutti gli scatenati cinghiali. Bandecchi ha puntato la penna. Non ha firmato la convenzione. Per lui 20 mila euro sono spicci e per un contrasto efficace alle specie infestanti ce ne vorrebbero almeno il quintuplo. Bandecchi fa notare che la Regione preferisce pagare ogni anno 430mila euro in danni all’agricoltura e agli automobilisti, piuttosto che mettere in bilancio una cifra congrua per fare prevenzione. La battaglia dei cinghiali è solo uno dei capitoli della guerra in corso tra la Regione governata dal campo largo e Bandecchi, esponente (in Comune e in Provincia) di Alternativa popolare. Una guerra che un giorno vede scambi di artiglieria sulla sanità per il nuovo ospedale di Terni del quale si sono perse le acque, l’altro sui canoni idrici. Un paio di giorni fa l’assessora al Bilancio del Comune di Terni, Michela Bordoni, è tornata alla carica reclamando maggiori introiti dai cosiddetti canoni idrici. Per la Bordoni, la Regione continua ad essere matrigna e a papparsi lei la gran parte dei proventi che arrivano come ristorazione per lo sfruttamento idroelettrico. Parole che hanno fatto imbestialire l’assessore all’ambiente Thomas De Luca, M5S,  che della battaglia sui canoni idrici, almeno quando era all’opposizione, ne ha fatto una bandiera.

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