Il Pd di Terni alla ricerca di sé stesso, il ritorno e la sfida di Di Girolamo

L’analisi

r.u.

TERNI – All’interno del Partito Democratico di Terni si apre una riflessione profonda dopo alcune recenti uscite pubbliche dell’ex sindaco Leopoldo Di Girolamo. Le sue dichiarazioni, in particolare il riferimento alla sua storia personale di vittorie elettorali, hanno riacceso un dibattito interno sui temi del protagonismo individuale e del ruolo della comunità politica.

In molti ambienti della sinistra cittadina si sottolinea come le vittorie del passato non possano essere attribuite a una sola figura, ma debbano essere lette come il risultato di un impegno collettivo. La stagione politica che ha visto il centrosinistra prevalere a Terni è stata caratterizzata da unità, partecipazione diffusa e condivisione delle responsabilità. È in questo contesto che si è costruito il consenso, e non grazie all’azione di un singolo leader.

Il riferimento alla necessità di superare i personalismi, emerso in occasione della conferenza stampa di apertura del percorso congressuale del PD, sembra oggi entrare in contraddizione con alcune affermazioni cariche di autocompiacimento. Tra i militanti cresce la sensazione che si stia smarrendo il senso di comunità che ha garantito, in passato, risultati significativi sul piano amministrativo ed elettorale.

A complicare ulteriormente il quadro, si accentua anche la storica frattura interna tra Terni e Perugia, mai davvero sanata. Alcuni dirigenti locali denunciano una marginalizzazione del territorio ternano nelle dinamiche regionali del partito, alimentando tensioni che emergono proprio in vista del congresso. La sensazione, diffusa tra le fila democratiche ternane, è che spesso le scelte vengano calate dall’alto, senza un reale ascolto delle esigenze del secondo capoluogo umbro. Una contrapposizione che, se non gestita, rischia di trasformarsi in una vera e propria battaglia interna.

Alcune delle figure storiche del centrosinistra umbro, protagoniste nelle stagioni delle amministrazioni Lorenzetti e Marini, sembrano oggi guardare con interesse a nuove proposte, come quella rappresentata da Pasquali, segnale che un ciclo potrebbe essere considerato concluso.

Il bilancio che molti tracciano è amaro. Dopo gli anni dell’amministrazione Di Girolamo, il centrosinistra ha vissuto una fase di disgregazione e difficoltà. L’assenza di un progetto condiviso ha lasciato spazio a frammentazioni e incertezze, privando la città di una guida politica solida e credibile.

In vista del congresso, il messaggio che arriva da una parte significativa della base democratica è chiaro: occorre ripartire da un’identità collettiva, rifiutando logiche personalistiche e recuperando la forza di un centrosinistra largo, partecipato e capace di ricostruire un rapporto autentico con la città.

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