Università per Stranieri: un inizio straordinario, cent’anni fa

A Terni la presentazione del libro della Treccani «Storia di un Areneo aperto al Modo»

TERNI – Un inizio straordinario. Istituita nel 1925 con il Regio Decreto n. 1965, l’Università per Stranieri di Perugia nacque dall’intuizione dell’avvocato perugino Astorre Lupattelli e si caratterizzò fin da subito per l’insegnamento della lingua e della cultura italiana. Una storia lunga cent’anni, raccontata in un libro pubblicato da Treccani:  “L’Università per Stranieri di Perugia – Storia di un Ateneo aperto al Mondo”,  a cura di Salvatore Cingari, Valerio De Cesaris, Gabriele Rigano e Roberto Vetrugno. La presentazione a Terni, venerdì 27 luglio (ore18,30) al Bloom. Antiquam exquirite matrem, tradotto: ricercate l’antica madre, sono le parole tratte dall’Eneide e scolpite nell’Aula Magna di Palazzo Gallenga ( evocano il responso di Apollo a Enea, che in preghiera gli chiedeva quale direzione seguire nel suo viaggio) che rappresentano oggi un un faro per migliaia di studenti provenienti da oltre cento nazionalità, che all’Università per Stranieri di Perugia trovano un luogo in cui le radici della cultura e della conoscenza si intrecciano con l’innovazione e l’inclusione, ispirando le nuove generazioni.

Il volume rappresenta l’esito di un lavoro di ricerca che tesse insieme i vari momenti fondativi dell’istituzione in occasione del suo centenario: i corsi di alta cultura inaugurati nel 1921 e quelli di lingua italiana iniziati l’anno successivo, primi embrioni di quella che sarebbe diventata, attraverso due decreti del 1925 e del 1926, la Regia Università Italiana per Stranieri.

L’opera ripercorre la storia e soprattutto il ruolo peculiare che l’ateneo ha svolto nella realtà italiana dai secondi anni Venti del Novecento in avanti. Superate le condizioni genetiche della sua istituzione, nel quadro del ventennio, i tanti contributi del volume sono dedicati a cogliere tra l’altro, l’importanza, dopo la liberazione di Perugia (giugno 1944), della reggenza di Aldo Capitini, che fece di questo prestigioso luogo di studio e formazione un veicolo di promozione nel mondo del patrimonio di civiltà e cultura del nostro paese, nel segno di un’italianità aperta e liberata dalla retorica nazionalista. In questo solco si seminò nei decenni successivi, nel corso dei quali l’operato dell’ateneo ne qualificò il ruolo di ambasciatrice dell’Italia nel mondo e la vide impegnata in progetti di respiro internazionale, in cui si sviluppò ben presto una cultura della solidarietà e della diversità vissuta come valore. Un luogo di studio, dunque, ma anche, come l’ha definì una studentessa del tempo, “un porto, nell’oceano del mondo”. Ben presto le attività istituzionali della Stranieri si caratterizzarono pertanto anche nello svolgimento di compiti di politica culturale, volti al consolidamento dei rapporti tra le nazioni, il cui esito fece sì che esso divenisse nel tempo stabile interlocutore del Ministero degli Affari Esteri, qualificando in questo modo il suo impegno nella diplomazia culturale e nel riposizionamento all’estero del ‘Sistema Italia’.

Di questa storia straordinaria e del portato civile e culturale di questa speciale realtà accademica parleranno venerdì pomeriggio Giovanni Belardelli (Università degli Studi di Perugia), Francesca Cavarocchi (Università degli Studi di Firenze) e Alessio Patalocco (Università per Stranieri di Perugia), coordinati da Silvia Viali (Università per Stranieri di Perugia), insieme ad alcuni autori e curatori del ricco volume.

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