Foto Wikipedia Commons

Esclusivo / In Regione due idee per abbattere le liste d’attesa: una però è un bluff, l’altra il trionfo dei privati

Si cercano vie d’uscita per l’emergenza degli 88mila ritardi: tante discussioni e ci sarebbero anche un paio di fogli scritti. Sono venute fuori due idee: calcolare le liste d’attesa per pazienti e non per prestazioni (ma non risolve niente) o riversare sui privati tutti i soldi trovati (anche quelli che arriveranno dal Ministero). Ma c’è un problema: Proietti ha vinto le elezioni da paladina della sanità pubblica

DI Marco Brunacci

PERUGIA – Liste d’attesa, un problema enorme per la nuova Giunta. 88 mila ritardi, ma probabilmente di più. Dopo aver vinto le elezioni sulla sanità, aver scoperto che il buco di bilancio non c’era, che la stangata delle tasse non aiuta la sanità medesima, ecco che per la nuova Giunta Proietti è urgente trovare una soluzione a questo ulteriore vulnus.
E allora le due idee in campo, che Umbria7 è in grado di riferire dopo aver ascoltato fondati rumors e aver preso atto che ci sarebbero anche un paio di fogli scritti a riguardo. Si tratta di due idee, al centro di diverse conversazioni, per la cercare di dare una svolta alla questione, una però è un bluff (anche se con un fondamento), l’altra il trionfo dei privati.
Vediamo.

1.In Regione è stata discussa l’idea di calcolare le liste d’attesa non sulla base delle richieste effettive, ma su quella delle prescrizioni del medico. Esempio: se il medico di Tizio gli prescrive una Tac toracica e  una gastroscopia, si fa risultare una sola prestazione. Si prende in considerazione cioè il paziente non la prestazione. Questo comporterebbe un taglio mica male al numero da dichiarare, ma sarebbe soltanto un bluff (anche se fondato), non migliorando la situazione dei cittadini e non diminuendo affatto il numero delle prestazioni alle quali la sanita’ deve far fronte. Calcolando a paziente e non a prestazione, ne verrebbe fuori solo un altro numero a casaccio dei tanti già dati dalla sanità dell’Umbria. Dopo le conversazioni che ci sono state, in Regione potrebbe esserci già stato un ripensamento. O almeno Umbria7 se lo augura.

2.Più concreta è la seconda strada. Detta secca così: impegnare tutti i soldi che sono stati trovati in ogni dove (mettendo nel conto anche quelli che arriveranno dal Ministero) per dare un’accelerazione netta al meccanismo, facendo arrivare il maggior numero di risorse possibile nelle tasche dei privati. Figurarsi se Umbria7 si scandalizza di questa soluzione: in campagna elettorale segnalava che Proietti stava sicuramente dicendo una “santa bugia” quando sosteneva di voler essere la paladina della sanità pubblica, scostando come la peste quella privata che era l’ignobile sigillo del centrodestra. Quindi noi saremo per festeggiare il prossimo decremento delle liste d’attesa grazie ai privati che si arricchiscono, non fosse che la presidente Proietti si ricorda di quello che ha detto in campagna elettorale e sarebbe – dicono – un po’ in imbarazzo. Ma soprattutto ha una lista che le ha permesso di vincere le elezioni facendo della sanità tutta pubblica il suo unico motivo di esistere. Un divertente modello cubano, utopistico e antistorico, che però è stato utile a cacciare il centrodestra. Adesso dar loro il benservito non è così semplice. Da segnalare a piè di pagina che neanche il sistema privato è così tanto felice di lavorare a certe cifre e – lo diciamo perchè lo abbiamo ascoltato – non sempre è in grado, con 20 euro a visita, di schierare luminari dell’oculistica (solo per fare un esempio). 

    Grand Hotel Corso Tacito

    «Grazie Vittoria per esserci sempre», la sindaca di Perugia a Terni per l’Umbria Pride