TERNI – La guerra del vasetto non accenna a placarsi. Al centro dello scontro, l’applicazione del nuovo Codice degli Appalti e la richiesta di Confartigianato Terni al Comune di applicarne tutte le disposizioni, comprese quelle che premiano la prossimità territoriale, la filiera corta e la qualità dei lavori.
Palazzo Spada risponde picche. Cioè, prima l’assessore Iapadre e poi il sindaco Bandecchi dicono a Confartigianato di non impicciarsi. «Ci vuole – dichiara Bandecchi – per il primo cittadino e per l’amministrazione comunale che sta solo applicando le leggi sugli appalti». E aggiunge: «Noi abbiamo sbloccato 10 milioni di euro di pagamenti arretrati alle imprese del territorio, abbiamo messo le nostre partecipate nelle condizioni di onorare i propri impegni con i fornitori, abbiamo diminuito la pressione fiscale e il costo dei servizi, noi produciamo fatti non comunicati di chiacchiere. Non possiamo consentire il ladruncolismo negli appalti comunali. È ora di dargli una chiusa con le pretese assurde».
Ma nessuna parola – neanche di circostanza – su questioni centrali sollevate da Confartigianato: l’assenza di criteri premiali per le imprese locali, la mancata valorizzazione della qualità delle offerte, lo squilibrio tra manutenzione ordinaria e interventi strutturali.
A provare a smorzare i toni, almeno nelle intenzioni, è l’assessore ai Lavori pubblici Giovanni Maggi. Dopo aver attaccato duramente Confartigianato sui social, ora Maggi ndossa i panni del mediatore: annuncia che entro settembre incontrerà tutte le associazioni di categoria. «Il Codice degli Appalti – afferma – è una normativa complessa, piena di contraddizioni tra i principi di rotazione, concorrenza e tutela delle Pmi. La sua applicazione richiede cautela, anche perché le imprese sono sempre più aggressive, come dimostra il ricorso sul bando del verde appoggiato da Confartigianato».
E aggiunge, con tono da cattedra: «Confartigianato è stata l’unica a sollevare polemiche. Le criticità vanno sollevate prima, con tavoli tecnici e confronti documentati da pareri giuridici, non con comunicati politici generici».
Confartigianato non arretrano di un passo. Il segretario Michele Medori risponde con fermezza: «I proclami li lasciamo volentieri alla politica. Noi preferiamo i fatti concreti. E i fatti dicono che, dopo il nostro intervento, il Comune ha firmato un appalto da 170.000 euro con un’impresa locale per la fornitura dell’asfalto. E questo è un risultato concreto».
Poi affonda: «Il Comune, che finora ha predicato bene e razzolato male, ora sembra fare la faccia cattiva, ma nei fatti è costretto a riconoscere la fondatezza delle nostre osservazioni. Anche sulla presunta efficienza dell’internalizzazione dei lavori, i risultati sono sotto gli occhi di tutti: modesti. Tanto che il Sindaco è costretto ad abbandonarsi a “tirate di orecchi” in diretta TV agli operai comunali. Inoltre ci sembra ci sia un po’ di scollamento nell’amministrazione comunale: ci siamo visti recapitare da parte del Comune una proposta di protocollo denominata “Terni Capitale della sicurezza sul lavoro”, come si concilia con la politica del largo ricorso al massimo ribasso negli appalti comunali? Serve più umiltà, più ascolto e più rispetto per le imprese del territorio, che chiedono solo di poter lavorare nella sicurezza, nella legalità e con regole giuste e trasparenti».


