Pd Umbria, tregua mancata: il congresso lascia più veleni che soluzioni

Pasquali verso il passo di lato, Betti in pole con la spinta dei parlamentari. L’idea di un segretario ternano come ipotesi per evitare l’implosione dei territori

R.U.

PERUGIA – Voci di corridoio? Pettegolezzi? Forse c’è di più. Volano gli stracci in più territori. Inevitabilmente il congresso del PD, appena concluso, ha acceso più di qualche riflessione e mal di pancia. Partiamo dal regionale. Pasquali per le note vicende giudiziarie è ormai pronto al passo di lato e, il nome di Betti, sembra sempre più spinto dai parlamentari umbri. A molti non sfugge la provocazione per rompere l’ennesimo fronte di quel pezzo centrista che risiede al lago e non solo. Stesso discorso per l’ex sindaco di Magione. Chiodini, non per sua colpa, ricopre il ruolo di capo di gabinetto di Bori e pare improbabile che possa ricoprire le vesti del “pacificatore” con un ruolo così scomodo. I rumors si susseguono, spunta anche l’idea di un ternano alla guida del partito umbro, ipotesi che potrebbe disinnescare la guerra Terni contro Perugia più volte argomentata nei circoli di Orvieto, Spoleto e Terni. Vedremo. Trappolino intanto gongola sul buon risultato ottenuto e rimane alla finestra, chissà. Certo è sicuramente il divario nella corrente Casa Democratica, Spinelli non ha brillato e pare l’unico sul banco degli imputati. Di Girolamo, infatti, ha blindato il comunale, Trappolino ha sicuramente svolto un buon lavoro, ma Spinelli ha distanziato Bernardini di sole tre lunghezze. Tutto da rifare o quasi, la partita per la provincia di Terni è la più complicata.

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