di Vincenzo Silvestrelli*
PERUGIA – Il niente del nichilismo usa come spazio la monumentalità delle città italiane e le distrugge.
La città, anche Perugia come altre città italiane, è stata costruita attraverso una vicenda storica che ha prodotto luoghi non legati all’effimero ma alla fede, alla cultura e alla identità di un popolo.
La piazza della Fontana Maggiore ad esempio costituisce una rappresentazione della visione cristiana dell’uomo, in cui la storia della città s’inserisce con i suoi santi e i suoi personaggi, nell’ambito di un insieme che vede colloquiare il potere civile e quelle religioso, uniti nel perseguire il bene comune della comunità e la salvezza eterna per i singoli. La piazza è il riassunto di un’identità in base alla quale la comunità si ritrovava per deliberare il suo futuro e per celebrare. Era il centro della vita anche politica della città e ha continuato a esserlo fino a quando è rimasta la percezione che fosse il luogo di una comunità, caratterizzata da un’unità di destino.
Con la manifestazione Umbria Jazz nel 1973 la piazza divenne anche un luogo per concerti, visti allora da alcuni come elemento al di fuori della tradizione e da altri amati come elemento culturale volto a recuperare al PCI, allora egemone ma già in crisi, il sostegno dei giovani con una politica culturale che ne seguisse i gusti.
C’era dibattito e alla fine si trovarono equilibri, anche se rimase, purtroppo, l’uso della piazza come palcoscenico per il suo essere icona della città. In ogni caso Umbria Jazz era una manifestazione caratterizzata da musica di qualità che, negli anni, è stata riconosciuta come propria dalla città.
Negli anni però la “piazza-palcoscenico” si è appesantita e volgarizzata. Per esempio fu la sede nel 2023 di un capodanno RAI con una scenografia altamente invasiva. Governava il centrodestra. Questa destinazione ludica della piazza provoca, o può provocare, fra l’altro, danni anche alla sua monumentalità. La vera distruzione è però quella dei significati che non è sempre avvertita.
La giunta «nichilista e woke» che ha sostituito la precedente, sta facendo del suo meglio per dare seguito al suo programma che conteneva molti elementi relativi al “divertimento” come fatto politico. Non ha fermato dunque questo degrado ma lo favorisce. Nel 2025 la Fontana Maggiore è stata usata anche come gabinetto. Una delle caratteristiche che si notano in questa estate 2025 è l’aumento della “movida” e l’uso della città come parco giochi per folle di adulti desiderosi di essere intrattenuti non da spettacoli di particolare interesse ma da rumore, bevande e urla. I residenti del centro storico si lamentano e forse non colgono che questo processo non può essere invertito facilmente perché trova la sua fonte nel nichilismo, di destra e di sinistra, che ha fatto perdere senso anche alla distrazione e al divertimento che sono parte della vita come il lavoro, il culto, la relazione di amicizia e familiare. I Ceri di Gubbio per esempio sono una manifestazione di gioia inserita però in un preciso contesto valoriale. Erano tali anche i concerti ed il teatro o il cinema che hanno caratterizzato le nostre comunità.
La Giunta “woke” di Perugia per rispondere alle lamentale ha inventato la figura dell’informatore civico, un soggetto che si muove nel niente della movida notturna, per evitare i danni più gravi.
Forse è necessario un dibattito più serio su questi temi e, per gli amministrati, sarebbe più significativo che i comuni si occupassero di problemi più seri come il lavoro, la chiusura degli esercizi commerciali e il ruolo della città e dei suoi spazi.
*Presidente associazione EticaMente


