Marco Celestino Cecconi
TERNI – Le sacrosante censure mosse da Confartigianato Terni contro la politica degli appalti del Comune di Terni e delle sue Società partecipate chiamano in causa interessi e valori che riguardano tutta la nostra comunità: valori e interessi che riguardano tutto il nostro tessuto produttivo, tutto il patrimonio di competenze e saper fare delle piccole e medie imprese del territorio, tutti i posti di lavoro che queste imprese sanno generare e difendere, valori e interessi di tutti i ternani. E la polemica che ne è derivata, sollevata da queste censure, è una polemica in cui i torti e le ragioni, mai come in questo caso, si tagliano con il coltello, netti e distinti, i torti da una parte e le ragioni dall’altra.
Da una parte ci sono l’Amministrazione comunale e le sue Società partecipate che agiscono in coerenza, con le rispettive gare aggiudicate con il solo criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa ad aziende che arrivano da chissà dove. E davvero non è partito preso: davvero non vorremmo essere qui a commentare ribassi abnormi, anche oltre il 30% (come nel caso dell’appalto aggiudicato nei giorni scorsi per la manutenzione straordinaria dei cimiteri cittadini, poco meno di trecentomila euro ad una ditta di Caserta), a discapito di quale parametro? Qualità,sicurezza? Davvero non vorremmo essere qui a constatare – come giustamente ha fatto Confartigianato Terni – che il nuovo codice degli appalti in vigore dal primo gennaio 2024 ha introdotto, importanti modifiche e aggiornamenti alle regole sugli appalti, cercando proprio di favorire una maggiore qualità, e trasparenza nelle procedure di gara e chiederci quanto a tutto questo sia stata sensibile l’Amministrazione-Bandecchi, assegnando così la gara a chicchessia.
Le nuove norme sostengono le amministrazioni sempre che vengano prese nella giusta direzione e non al contrario vengano sottovalutate proprio per evitare appalti “anomali” .
Bastera’ valutare con attenzione anche a Terni tutti i contrappesi normativi , proprio perche’ sono stati introdotti nel sistema italiano per valorizzare il tessuto produttivo dei territori (criteri premiali di prossimità come quelli previsti dal citatissimo articolo 108 del nuovo codice degli appalti, criteri premiali della ‘filiera corta’). Davvero non vorremmo essere qui a commentare perche’ , nelle aggiudicazioni di lavori e di soldi – non si tengano nella giusta considerazione criteri e correttivi come quelli per esempio che allargano la gamma delle valutazioni anche ai profili ambientali e gestionali delle aziende concorrenti. Davvero non vorremmo essere qui a condividere anche le giuste obiezioni di Confartigianato Terni – per citare un’altra anomalia – rispetto al ricorso sistematico del Comune a bandi riservati ad una determinata tipologia di cooperative sociali: ricorso ripetuto che non solo trasforma l’eccezione in una regola ma, così facendo, oltre a stravolgere il senso e lo scopo originario della norma relativa, stravolge anche la concorrenza senza peraltro significativi risultati in termini di inclusione delle categorie svantaggiate (che sarebbe l’unico vero obiettivo della riserva in questione e invece…).
Troppi ribassi esorbitanti, troppe imprese che arrivano da chissà dove, troppo poche aziende del territorio invitate alle gare (giusto per non superare la soglia di imprese in lizza al di sotto della quale non si possono escludere offerte anomale), troppo di tutto ciò si traduce in un sistema: un sistema che penalizza ciò che andrebbe valorizzato; si fonda su un’interpretazione delle leggi a singhiozzo, valorizzando meno intere parti delle nuove norme.
No, non vorremmo essere qui nemmeno a commentare il tenore delle repliche arrivate da Palazzo Spada alle giuste censure di Confartigianato Terni: repliche sempre finalizzate a buttarla in caciara, tra offese e complessi di persecuzione ad personam. Anche questo stile di relazioni istituzionali è diventato un sistema: al quale tuttavia nessuno intende soggiacere.
Non basta: il sistema-Terni in materia di gare e opere pubbliche si estende persino all’assegnazione degli incarichi di direzione dei lavori: affidati anche questi a chissà chi chissà dove, esercitati a distanza come se in queste funzioni, più che mai, non ci fosse bisogno di una presenza dal vivo sul territorio, salvo disservizi che rischiano talvolta di trasformarsi in disastri.
I guasti del sistema-Terni in materia di gare e opere pubbliche possono e devono essere contrastati utilizzando al meglio tutte le norme finalizzate a valorizzare i tessuti produttivi locali. Possono e devono essere contrastati attraverso un’azione assidua di vigilanza e denuncia: nella quale Confartigianato Terni non è sola, perché saremo sempre al fianco di chi si batte per difendere i posti di lavoro e i legittimi interessi della nostra comunità. I guasti di questo sistema potrebbero auspicabilmente essere contrastati anche grazie ad uno sforzo di collaborazione fra tutte le imprese del territorio e le rispettive associazioni che desse vita a partnership importanti: associazioni temporanee, attori capaci di posizionarsi sul mercato e gestire la concorrenza, quella sana, con maggiore forza.
Quanto agli altri guasti – lo ‘stile’ di una dialettica politica che ha ben poco sia della dialettica vera, che di politica seria – la buona notizia è che ogni giorno a Terni si allarga la platea di quanti hanno ormai ben chiaro che la forma è sostanza.
*Responsabile regionale FDI dipartimento Lavoro – crisi aziendali


