«Leone, nomen omen. La verità nella Chiesa a difesa dell’uomo e della società»

L’intervento di Vincenzo Silvestrelli

DI VINCENZO SILVESTRELLI*

PERUGIA – L’elezione di un Papa che ha assunto il nome di Leone riporta l’attenzione su un Papa che fu a Perugia per 32 anni, prima di salire al soglio pontificio. E’ quindi una occasione per riflettere sulla storia della città. Potrebbe anche ritornare l’idea di celebrare Leone XIII con un monumento, cosa che non fu possibile nello scorso secolo.
Il cardinal Pecci, il futuro Papa Leone XIII, era Arcivescovo di Perugia nel momento in cui i piemontesi decisero di annettere i territori pontifici dell’Umbria e delle Marche. La Chiesa perugina (con le altre interessate all’annessione) perse perciò il ruolo «civile» che aveva con la gestione di realtà come l’Università di Perugia, l’anagrafe che avveniva tramite i registri parrocchiali, la celebrazione dei matrimoni, l’assistenza ai poveri, la gestione dell’ospedale, la supervisione dell’istruzione per diventare, essenzialmente, una realtà destinata ad assicurare solo l’assistenza spirituale ai fedeli attraverso le parrocchie.
Il cardinal Pecci, con visione lungimirante, da tempo aveva compreso che per l’adesione del popolo alla fede, non si doveva fare affidamento sugli «obblighi», ma sulla spontanea convinzione. Da Arcivescovo curò, in modo particolare, la formazione del clero assicurando la qualità degli studi e l’orientamento del clero al servizio, in primo luogo liturgico e catechetico, del popolo. La maggioranza dei sacerdoti delle diocesi proveniva dalla campagna ed erano particolarmente vicini ai sentimenti e alle necessità dei fedeli. Quando la bufera dell’invasione massonica colpì la Chiesa perugina, l’arcivescovo, in un certo senso, aveva già rafforzato le basi su cui mantenere la fede, proprio attraverso un clero che fu fedele e in grado di affrontare le sfide, anche culturali, imposte dal nuovo potere politico.
Nonostante tutto però la devastazione fu grande. Furono soppressi a Perugia diciotto ordini religiosi, svenduti patrimoni ecclesiastici, chiuse opere di carità, disperse opere di arte, chiuse chiese. Il cardinal Pecci riorganizzò le fila, partendo dalla situazione normativa che le leggi piemontesi consentivano, trovando una collaborazione, senza compromessi, con le nuove autorità che garantì la pace civile.
Da Papa ebbe chiare le ragioni della crisi che trovava origine, in ultima analisi, nel perenne confronto fra la Chiesa e il signore del mondo, il diavolo, che Leone XIII riassunse nella famosa preghiera a San Michele Arcangelo, composta dopo una visione.
Leone XIII inoltre capì la crisi che aveva investito la società .
Per quanto riguarda il problema dell’educazione nella sua lettera «Inscrutabili Dei Consilio» affermava: «Quanto più i nemici della religione si affannano ad insegnare agli ignoranti, e specialmente alla gioventù, dottrine che offuscano la mente e guastano il cuore, tanto maggiore deve essere l’impegno, perché non solo il metodo d’insegnamento sia ragionevole e serio, ma molto più perché lo stesso insegnamento sia sano e pienamente conforme alla fede cattolica, vuoi nelle lettere, vuoi nelle scienze, ma in modo particolare nella filosofia, dalla quale dipende in gran parte il buon andamento delle altre scienze, e che non deve mirare ad abbattere la divina rivelazione, ma anzi a spianarle la via, a difenderla da chi la combatte, come ci hanno insegnato con l’esempio e con gli scritti il grande Agostino, l’Angelico Dottore, e gli altri maestri di sapienza cristiana.».
Nel suo pontificato rilanciò la filosofia tomistica, chiarì senza paura la natura dei rapporti fra Chiesa e Stato, ribadì le basi di un’antropologia cristiana ed il valore della famiglia e pose il fondamento di una sistematica dottrina sociale cristiana. L’assunzione del nome di Leone da parte del nuovo pontefice ora Leone XIV, richiamandosi esplicitamente all’esperienza di Leone XIII, segna la volontà di continuare il confronto già affrontato in termini di preghiera, ricerca della verità e di formazione del popolo cristiano.

*Presidente associazione EticaMente

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