Liberate il Libero Liberati

«Distruggere i murales simbolo di una stagione di democrazia auspicata in tutto il mondo, è un atto di irresponsabilità»

TERNI – C’è chi, da tre anni, sta lavorando giorno e notte per realizzare il nuovo stadio seguendo un progetto di fatto già presentato alla città con dei rendering.  E c’è il Comitato che contesta la qualità proposta puntando alla ristrutturazione  innovativa del Liberati e chiede la salvaguardia  dell’elemento forse più considerevole dell’attuale l’impianto: i murales degli anni Settanta, simbolo di una stagione di democrazia auspicata in tutto il mondo.

«Questo Comitato fa richiesta ai soggetti interessati di sospendere l’azione di intervento sui murales presenti nelle curve Sud ed Est dello stadio comunale Liberati preannunciata tramite comunicato stampa, non essendovi ancora alcuna certezza circa la possibilità di realizzazione dell’opera di edificazione dell’ipotizzata nuova struttura, in ragione dell’assenza ad oggi del piano esecutivo, nonché della verosimile sopravvenienza di ricorsi legali preannunciati da vari soggetti, che renderebbe irresponsabile la rimozione dei murales».

«Riteniamo un atto di irresponsabilità da parte dei soggetti coinvolti l’intervento di rimozione, nell’attuale fase ancora assai interlocutoria e quantomai incerta dell’ipotizzata realizzazione del nuovo stadio, degli storici murales dipinti dagli esuli cileni della Brigata Pablo Neruda nel 1975 a seguito del golpe di Augusto Pinochet. L’intervento risulta allo stato attuale ingiustificato, non essendo ancora presente un piano esecutivo e di fronte alla vacanza della proprietà della Ternana Calcio, società in stato di smobilitazione e già sanzionata a livello sportivo per inadempimenti economici. Il nostro Comitato si caratterizza per possedere carattere sia civico che tecnico, e sta lavorando all’elaborazione di un progetto di ristrutturazione qualificata dello stadio Liberati – sugli esempi di quantomai riuscite opere di riqualificazione avvenute o previste negli stadi di Madrid, Buenos Aires, Barcellona, Firenze, Bologna, Palermo, L’Aquila e numerosi altri – nell’intento di trasformare lo stadio Liberati, tramite un’incisiva opera di intervento architettonico che ne modificherebbe radicalmente la fisionomia rendendolo a tutti gli effetti un nuovo stadio, in uno degli impianti tecnologicamente ed esteticamente più all’avanguardia a livello internazionale, riqualificando parallelamente l’area circostante al fine di renderla una reale cittadella dedicata alla pratica dello sport, con una spesa pari o persino inferiore a quella prevista per l’attuale progetto, che riteniamo di modesta fattura».

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