TERNI – Domenica sera non è stata una scaramuccia ma una contestazione violenta, che ha visto oltre 100 persone prima cingere i cancelli del Liberati e poi dare vita ad una veemente protesta. Qualcuno ha lanciato bottiglie, sassi e petardi. Tant’è: sono almeno una decina gli agenti delle forze dell’ordine che hanno dovuto far ricorso alle cure dei sanitari del pronto soccorso. Ci sono state due cariche da parte della polizia di Stato, a dimostrazione di un clima teso e violento. E peggio potrebbe accadere se si arrivasse al fallimento della società rossoverde. Una preoccupazione che lunedì ha avvolto tutti i palazzi delle istituzioni, a partire da Prefettura, Questura e Comune. Si teme che la frustrazione dei tifosi, in alcune frange, possa assumere connotati decisamente violenti, con una contestazione diretta alla proprietà della Ternana. E si prevedono manifestazioni sotto via della Bardesca già a partire da questa settimana, mentre un po’ di respiro porterà la trasferta di Rimini, perché, al di là di qualunque risultato, la squadra rossoverde non giocherà tra le mura “amiche”. Il disastro della proprietà ha infatti trasformato la tifoseria in un bel problema. In qualcosa, addirittura, da temere. Non è un caso che la società non ha voluto abbonati, come a tenersi le mani libere presagendo questi scenari. Lande desolate nelle quali, al momento, non si intravvedono né compratori né salvatori.


