Palazzo Spada nasconde l’isola e si prepara a ripristinare piazza Ridolfi

La Soprintendenza sorvola sullo sfregio fatto ma pretende che i lavori si facciano a regola d’arte. Parte la denuncia alla Corte dei Conti

TERNI – Cubetti di porfido posati secondo la tecnica tradizionale ad archi contrastati, su letto di sabbia e misto granulare, senza soletta in calcestruzzo armato e quindi su un substrato di materiale arido consolidato. Una pavimentazione ripartita da ricorsi in granito posti a raso, che disegnano motivi geometrici decorativi costituiti da forme romboidali e cerchi, distribuiti lungo la superficie della piazza intitolata al maestro che la ha progettata: Mario Ridolfi. Piazza Ridolfi tornerà come era prima del 30 luglio. Su tutto quello che è successo nei cinque giorni incriminati – dal 30 luglio al 4 agosto «qualcuno ha sfasciato senza sapere cosa stesse facendo», ha ammesso il sindaco Bandecchi –  Soprintendenza e Comune soprassiedono. Palazzo Spada presenta il progetto di ripristino della pavimentazione esistente senza giustificare lo “sfregio” e pone alla base della necessità di intervenire le «sconnessioni dovute ad agenti atmosferici e traffico veicolare».

Per piazza Ridolfi si apre la fase del ritorno al passato. I cubetti di porfido rimossi da non si sa bene chi – sembra si siano spostati da soli –  verranno riposizionati manualmente secondo la tessitura ad archi contrastati, rispettando le geometrie originarie,  i ricorsi in granito saranno riallineati e reintegrati ove necessario, le fughe saranno riempite con sabbia porfirica lavata e sigillate con boiacca di cemento. Ma non subito. Ci è voluto un mese perché il sindaco ammettesse l’«enorme danno fatto alla piazza», ci vorrà ancora un po’ per individuare la ditta esecutrice dei lavori e il direttore dei lavori. «La direzione – ricorda la Soprintendenza – come prescritto dall’art. 52 del R.D. 23/10/1925 n° 2537 e confermato dalla sentenza del Consiglio di Stato n° 21/2014 sulla competenza esclusiva degli architetti sui beni tutelati, dovrà essere affidata ad architetto abilitato. Si evidenzia che in mancanza della comunicazione dell’inizio dei lavori, della nomina del direttore dei lavori nella figura di un architetto e, ove previsto, del restauratore per la parte di competenza, e della trasmissione delle relazioni tecniche finali, questo ufficio non potrà rilasciare il visto relativo al certificato di esecuzione lavori nella categoria OG2»

In attesa che i tempi siano maturi, il Movimento Cinque Stelle sotolinea la gravità comolessiva del danno – erariale e culturale – e presenta un esposto alla Corte dei Conti.

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