TERNI – Il clima di scontro non si placa. Anzi. Il manichino raffigurante Bandecchi appeso a testa in giù sotto palazzo Spada alimenta ancora di più la contrapposizione. I partiti di destra e di sinistra insieme ai movimenti politici, prendono le distanze dal macabro fantoccio penzoloni sotto il Comune. Ma il sindaco Bandecchi non accetta il ramoscello di ulivo e rincara la dose. In un video rilancia, non smentendo neanche in questa occasione il suo stile: «Bella cazzata che avete fatto voi di sinistra. Avete appeso il pupazzetto a testa in giù. Avete scatenato la Digos. Vi siete tirati addosso le ire di mezzo mondo. Mi avete fatto incazzare». E ancora, Bandecchi: «Voi siete proprio scemi come la merda e mi meraviglio di alcuni sindaci (hanno partecipato alla protesta Anti Bandecchi sia il sindaco di Narni Lucarelli che quello di Arrone Di Gioia, ndr), che hanno prodotto tutto questo. Siete quattro rincoglioniti del cazzo. Ora vi danno la caccia e vi beccheranno».
Molto più moderati gli interventi dei partiti e dei politici, che prendono le distanze dal fantoccio. Raffaele Nevi (FI): «Solidarietà piena, da parte mia e di Forza Italia, al sindaco di Terni che è stato fatto oggetto di gravi minacce di morte, con un manichino appeso a testa in giù davanti al Comune nella notte. Come parlamentare di questo territorio, sono profondamente preoccupato per il clima che si sta generando in città. Per questo sento il dovere di rivolgere un appello a tutti — innanzitutto al sindaco — ad abbassare i toni e tornare ad un linguaggio consono a chi ricopre ruoli istituzionali.
Il confronto politico può essere anche duro, ma non può trasformarsi in offese, gesti provocatori o simboli di odio. La storia ci insegna che la violenza, anche quella verbale, genera sempre altra violenza. Terni ha bisogno di rispetto, equilibrio e senso delle istituzioni. Abbassiamo i toni. Alziamo il livello».
Emma Pavanelli (M5S): «Condanniamo con fermezza il gesto compiuto contro il sindaco Bandecchi e chiediamo che siano immediatamente rese pubbliche le immagini delle telecamere di sorveglianza presenti nella zona, per individuare i veri responsabili e fugare ogni dubbio. L’esposizione di un fantoccio raffigurante il sindaco è un atto inaccettabile, estraneo alla cultura democratica e civile della nostra città. Un gesto che nulla ha a che vedere con la grande e pacifica mobilitazione di sabato scorso, alla quale hanno partecipato centinaia di cittadini in modo civile e rispettoso. Respingiamo con forza ogni tentativo di attribuire responsabilità a chi ha sempre agito nel pieno rispetto della legalità e della democrazia. Il clima di tensione che si respira in città è stato purtroppo esasperato dai toni e dai comportamenti del sindaco stesso, ma a questo clima non si risponde con la stessa moneta. Il nostro impegno è quello di continuare a promuovere una politica fondata sul dialogo, sulla partecipazione e sui valori di pace e solidarietà che da sempre ispirano il Movimento 5 Stelle. Terni merita una politica rispettosa, costruttiva e degna dei suoi cittadini, non di vivere in un clima di insulti e violenza quotidianamente alimentato dal primo cittadino».
Michele Pennoni (Azione): «Siamo stati tra i primi, solo pochi giorni fa, a condannare fermamente le violenze verbali del primo cittadino, ricordandone l’incostituzionalità e l’indecenza. Tuttavia, questo non giustifica un’escalation dei toni fino a quest’episodio di minaccia. Le forze politiche dotate di senso di responsabilità hanno il compito e l’obbligo morale di stemperare i toni e ricondurre il dibattito cittadino entro binari di democrazia. L’esasperazione delle divisioni non giova a nessuno, tantomeno alla città di Terni. Urge concentrarsi sull’amministrazione. Ciò che giova a Terni e ai ternani è risolvere i loro problemi e aiutarli a uscire dalle secche in cui la città è ancora incagliata. Sul fronte sicurezza, l’episodio del fantoccio, avvenuto in una delle aree teoricamente più videosorvegliate, si presenta in teoria di facile soluzione. Altre notizie, però, hanno funestato il risveglio domenicale: spaccate in negozi sfitti in via Mazzini usati solo per bivacchi, a soli due giorni dalla scoperta di irregolari con merce rubata in un altro storico locale chiuso. Tutto questo a duecento metri dal portone del sindaco. È difficile immaginare un degrado maggiore. Se la compagine che guida l’amministrazione comunale a Terni si propone di risolvere il problema dei “maranza” in Campania, perché ce ne sono ancora in Piazza Solferino? Perché, nonostante i progetti universitari, le “truppe”, le “camicie colorate” e le rassicurazioni, ci sono zone del centro cittadino non frequentabili di sera? Azione chiede che si abbandonino le divisioni e ci si occupi dell’amministrazione, che si getti acqua sul fuoco – improduttivo e pericoloso – della contrapposizione ideologica. È ora di tornare a focalizzare l’attenzione sui problemi irrisolti della nostra cittadinanza, gli unici che contano al di fuori della comunità politica».
Infine, Sentieri Partigiani: «Che i pozzi della città erano stati avvelenati lo si era capito da tempo …
Ieri sera, mentre passeggiavano in centro alcuni soci ci hanno segnalato un fantoccio con la testa del Sindaco appeso a testa in giù ad un pennone del palazzo comunale.
Ora quale sia la matrice che ha spinto uno o più soggetti ad inviare al primo cittadino questo macabro avvertimento è abbastanza chiaro, ovvero il clima di odio che serpeggia in città, clima che il primo cittadino contribuisce ad alimentare rispondendo all’ atto intimidatorio definendo i suoi avversari politici «assassini di merda». Segnaliamo che non è questa la strada da percorrere e consigliamo di non continuare a versare benzina sul fuoco, perché le conseguenze poi potrebbero sfuggire di mano a tutti.
Abbiamo convintamente partecipato ieri, in un contesto come questo, alla manifestazione per chiedere l’ allontanamento del Sindaco Bandecchi da parte del prefetto della città proprio perché vi è ormai un problema di evidente ordine pubblico e di sicurezza, oltre che di immagine e di onorabilità istituzionale, confidiamo quindi nel senso di responsabilità di chi ha veramente a cuore il futuro della città».


