L’arte e la sostenibilità arrivano a Narni con il festival della sociologia

Dal 10 all’11 ottobre al via la decima edizione

TERNI – All’auditorium San Domenico di Narni è stata presentata ufficialmente la decima edizione del “Festival della Sociologia” in programma il 10 e l’11 ottobre. Si svolgeranno circa 50 eventi con centinaia di ospiti, tra addetti ai lavori e non, che saranno protagonisti in 4 location: Teatro Manini, Casa del Popolo, Auditorium San Domenico e Sala Digipass. Il tema di questa decima edizione ‘Sentirsi in società. Attenzione, cura e sostenibilità’ assume significati particolari, anche alla luce della situazione internazionale che stiamo vivendo.

Prima della conferenza stampa, a Palazzo Sacripanti, presso la sede narnese di UniPg, alla presenza dell’assessore comunale al Festival della Sociologia, Giovanni Rubini e della direttrice scientifica del festival, Prof. Sabina Curti, è stata affissa la targa dell’ Associazione Festival della Sociologia.  L’ente associativo che organizza e promuove la kermesse, ha sede proprio a Palazzo Sacripanti e, con questo riconoscimento, radica e consolida, ancora di più, il filo che unisce Narni al ‘suo’ Festival. Un festival che è sempre più vicino al territorio che lo ospita e che da dieci anni valorizza le associazioni locali, con cui ogni anno crea sinergie. Un appuntamento cucito su questa città e sulle sue realtà peculiari, tra queste c’è la Corsa all’Anello. «La Corsa all’ Anello – ha sottolineato la presidente dell’omonima associazione, Patrizia Nannini, presente al tavolo – è un microcosmo che vive di regole ed emozioni proprie, in parallelo a quello reale. Al suo interno i fenomeni sociali, le interazioni tra le persone e, tra le persone e le istituzioni, la cultura e le dinamiche interne, arrivano a influenzare comportamenti e organizzazione sociale, anche nella vita reale».

«Un microcosmo – ha proseguito Nannini- di cui prendersi appunto ‘cura’. Delle persone, in primis, che in esso trovano realizzazione, e molto spesso una precisa identità che normalmente non hanno, e che a volte, addirittura si sovrappone a quella storica. Quelle stesse persone, sono il cuore pulsante, il motore dell’intera manifestazione».
«Questo – ha detto Patrizia Nannini – significa prendersi cura della propria storia, in duplice valenza. La prima quella della memoria, perché, citando Sepúlveda: ‘un popolo senza memoria è un popolo senza futuro’, la seconda quella di chi contribuisce a mantenerla viva quotidianamente, plasmando la realtà che lo circonda, nello sforzo di ricostruire il passato, rendendolo sempre vivo e presente. La Corsa all’Anello è anche prendersi cura della propria identità, riappropriandosene, difendendola, delineandola in tutte le sue sfaccettature, orgogliosamente». 
«Il tema della decima edizione del Festival – ha concluso Patrizia Nannini – può aiutarci a capire questi processi, per gestirli al meglio, e soprattutto può aiutarci ad avere cura di noi stessi e del nostro microcosmo». 

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