TERNI – Emergono nuovi retroscena sulla clamorosa bocciatura della Regione sull’iter per la realizzazione a Terni dello stadio e della clinica. Non ci sono solo le dichiarazioni politiche. Ci sono soprattutto gli atti amministrativi di Palazzo Donini che sembrano dare torto al Comune di Terni. Sotto accusa la determina del Rup comunale, Piero Giorgini, con la quale dichiara superate le prescrizioni riportate nell’ambito della conferenza dei servizi che si è tenuta alla fine del mandato della Tesei. Una determina che rappresentava un significativo passo in avanti nella realizzazione della clinica e che aveva addirittura spinto la società costruttrice dello Stadio ad occuparsi delle questioni di cantiere. Ma ora si torna al punto di partenza. La nota dell’avvocatura regionale non sembra ammettere dubbi sulla impossibilità a procedere: «La Giunta Regionale ha inteso tutelare e garantire l’organizzazione e la gestione unitaria del servizio sanitario regionale a fronte di un atto del Comune di Terni palesemente e oggettivamente viziato e illegittimo. La Determina Dirigenziale del Comune di Terni impugnata relativa al progetto Stadio Clinica contiene informazioni, motivazioni e conclusioni contrarie a norma di legge e non veritiera in quanto:
- La Conferenza dei Servizi, conclusa dalla precedente Giunta, è terminata con il rifiuto giuridico assoluto alla costruzione della clinica e alla assurda e impossibile, a norma di legge, assegnazione a tale inesistente struttura i 80 posti accreditati;
- Identica materia/progetto era stata già esaminata, rigettata e respinta dal TAR dell’Umbria con sentenza dell’anno 2025 su progetto dell’Università Unicusano – Ternana Calcio, con condanna di quest’ultimo alle spese legali a favore della Regione Umbria.
- L’erogazione delle prestazioni sanitarie, nei contenuti e nell’erogazione effettiva, verrà pienamente garantita per la provincia di Terni e per tutti gli umbri nella programmazione regionale e nel nuovo piano socio sanitario e certamente non con azioni, come quella avviata dal Comune di Terni, palesemente contrarie alle norme di legge».


