di Nilo Arcudi, Andrea Difino e Marco Ravasio*
TERNI – La vicenda del progetto stadio-clinica, arrivata ormai a pochi giorni dalla prima udienza avanti al TAR dell’Umbria, nasce da una decisione della Regione di impugnare la determina del Comune di Terni per la realizzazione di una clinica privata e del nuovo stadio L. Liberati, ritenendo le procedure adottate come lesive delle normative vigenti in materia sanitaria. Secondo la Regione, il Comune avrebbe agito in maniera impropria per superare il dissenso espresso all’esito della Conferenza dei Servizi decisoria.
Posto che anche ad una semplice lettura del provvedimento appare in realtà che la CdS si sia espressa in senso favorevole, Umbria Civica accusa fermamente la giunta regionale di sinistra, a guida Proietti, di aver bloccato una concreta opportunità di crescita socio / economica / sportiva e di servizi sanitari innovativi per Terni e la sua provincia, scegliendo consapevolmente la strada della lite giudiziaria e fino ad oggi negando una soluzione condivisa della vicenda in sede politica.
Umbria Civica ritiene gravissimo l’atto compiuto che rischia di penalizzare irrimediabilmente la città, con ricadute economiche oltre che sull’indotto sportivo e sanitario.
Sul piano tecnico, il Comune di Terni insiste nella correttezza della procedura amministrativa adottata, in quanto la Conferenza dei Servizi si è chiusa positivamente e le osservazioni espresse dagli enti coinvolti sono state tutte superate, ivi comprese quelle della Regione.
Viene fatta, inoltre, una distinzione netta fra autorizzazione edilizia – rilasciata in presenza di compatibilità con la programmazione regionale – e successiva autorizzazione sanitaria, che resta comunque prerogativa della Regione e sarà richiesta solo a struttura completata.
Il ricorso inoltre sta già causando danni gravi e oggettivi: la Ternana Calcio e la società Stadium hanno formalizzato delle diffide alla Regione, segnalando il rischio concreto di default e la perdita sia delle risorse private che della fiducia degli investitori.
La vicenda, in piena escalation su tutti i fronti, può quindi produrre gravi conseguenze sociali, economiche e sportive, negando al contrario i benefici che la comunità ternana attendeva dalle due opere.
Alla luce di tutto questo, chiunque si riconosca nei valori moderati e Riformisti di Umbria Civica, non potrà che giudicare le scelte del centro sinistra regionale come una mera difesa di rendite di posizione e di bieca chiusura ideologica, in spregio totale agli interessi legittimi della città di Terni, anziché sostenere un modello di sviluppo che integri pubblico e privato e salvaguardi la competitività e l’attrattività del territorio ternano.
Si invita pertanto la Regione Umbria a ritirare il ricorso per sedersi al tavolo delle trattative, onde concordare modalità operative trasparenti e garantiste che assicurino la qualità della sanità pubblica e l’innovatività delle soluzioni proposte, senza perseverare in processi paralizzanti e pretestuosi. Evidente che, in assenza di dialogo, le responsabilità che dovessero derivare andranno ascritte in via esclusiva a chi ha deciso, unilateralmente e contro ogni logica di tutela reale degli interessi collettivi, la via giudiziaria.
*segretario regionale, segretario provinciale e segretario comunale di Terni di Umbria Civica


