PERUGIA – Come ogni anno, Acacia Group presenta l’analisi dei principali dati economici regionali, elaborando i bilanci 2024 delle più solide realtà umbre. L’analisi, basata sui bilanci depositati e disponibili al 25 ottobre 2025, offre una panoramica aggiornata delle Top 20 imprese umbre per valore della produzione (fatturato), restituendo l’immagine di un territorio che, pur tra complessità e cambiamenti, continua a dimostrare vitalità, capacità di adattamento e visione strategica.
Le Top 20 per valore della produzione
Il vertice della classifica resta dominato da grandi protagonisti della GDO, della meccanica e del manifatturiero.
Un cambiamento significativo arriva però dai piani alti: Coop Centro Italia esce dall’elenco a seguito della fusione e acquisizione da parte di Coop Etruria, con sede in Toscana, liberando così una posizione nella graduatoria regionale.
Una trasformazione che segna la fine di una lunga stagione per una delle realtà più simboliche della GDO umbra, ma che apre nuovi scenari su scala interregionale.
Complessivamente, le Top 20 imprese umbre superano un valore della produzione aggregato di oltre 10 miliardi di euro, rappresentando un asse portante dell’economia regionale una fetta sostanziale del PIL complessivo dell’Umbria.
La classifica per fatturato conferma una solida concentrazione del valore economico regionale in poche grandi realtà, ma al tempo stesso rivela un panorama articolato e competitivo.
PAC 2000 A e Acciai Speciali Terni continuano a rappresentare i pilastri del sistema industriale e distributivo umbro, con un volume d’affari che da soli copre quasi la metà dell’intero aggregato delle Top 10.
Alle loro spalle, Brunello Cucinelli e Eurospin Tirrenica consolidano il loro posizionamento, seguite dalle dinamiche realtà Tiberina Holding, Metalmeccanica Tiberina ed Ecosuntek, a conferma della forza della manifattura e della transizione energetica regionale.
La marginalità operativa media (11,4%) indica una struttura produttiva solida e capace di gestire con equilibrio i costi, pur in presenza di una congiuntura economica incerta. Le punte di efficienza più alte, superiori al 25%, restano appannaggio dei settori del lusso e del cemento, mentre la distribuzione e la grande industria mostrano redditività più contenuta ma costante, segno di equilibrio gestionale e continuità.

L’Utile di esercizio e la solidità delle imprese umbre
Dall’analisi dei bilanci emerge una fotografia incoraggiante: le principali aziende umbre hanno chiuso il 2024 con utili consistenti e performance complessivamente positive.
In cima alla classifica dell’utile di esercizio si conferma Brunello Cucinelli S.p.A. con 128,5 milioni di euro, seguita da Colacem S.p.A. (115,8 milioni) e PAC 2000 A (110,9 milioni).
Appena sotto il podio si collocano Eurospin Tirrenica con 78,6 milioni e Tiberina Holding con 34 milioni, segno di una continuità di risultati e di un equilibrio gestionale che conferma la forza dei grandi gruppi industriali e della distribuzione organizzata.
Completano la top ten Acciai Speciali Terni, Metalmeccanica Tiberina, ICOM, Margaritelli e SUSA, tutte con utili compresi tra i 13 e i 32 milioni di euro, a testimonianza di un panorama imprenditoriale ampio e diversificato.


EBITDA e marginalità: un segnale di efficienza gestionale
Il rapporto tra EBITDA e fatturato, indicatore della redditività operativa, si attesta in media attorno all’8,6%, con punte che superano il 29% nei casi di maggiore efficienza produttiva e gestionale.
Il dato conferma una struttura economica equilibrata: le imprese umbre riescono a mantenere una buona marginalità nonostante l’aumento dei costi energetici e delle materie prime, continuando a reinvestire in innovazione, sostenibilità e internazionalizzazione.
Le performance più elevate si registrano nei settori tessile-lusso, cementiero e meccanico, dove le strategie di consolidamento e l’orientamento all’export hanno permesso di assorbire le tensioni del mercato, salvaguardando redditività e occupazione.
Un segnale di maturità e di visione che conferma la capacità del tessuto industriale umbro di generare valore anche in contesti complessi, e di affrontare con consapevolezza il passaggio verso un 2025 ancora carico di incognite ma anche di opportunità.
Le prime dieci imprese umbre per utile consolidano un quadro complessivamente positivo, con una marginalità media sostenibile e strutturata.
Le eccellenze del lusso, della meccanica e del cemento si distinguono per la capacità di mantenere livelli di redditività nettamente superiori alla media regionale, confermando la vocazione internazionale e l’efficienza gestionale del tessuto produttivo umbro.
Il dato più significativo è la diversificazione settoriale: dal fashion di alta gamma alla siderurgia, dalla GDO alla meccanica di precisione, l’Umbria mostra un equilibrio tra industria, commercio e manifattura, segno di una resilienza imprenditoriale consolidata.
L’analisi dell’EBITDA medio (8,6%) evidenzia un sistema che, pur in un contesto globale complesso, continua a generare valore aggiunto reale e a garantire occupazione.
Il 2025 sarà l’anno della verifica: le aziende umbre, forti del loro capitale umano e patrimoniale, potranno affrontare la sfida della transizione economica solo continuando a scegliere con coraggio, come indicato nel messaggio di Francesco Pace all’Economic Challenge.
Il peso sull’occupazione regionale
L’impatto di queste realtà sul tessuto occupazionale è altrettanto rilevante: oltre 20.000 dipendenti, su un totale di circa 148.000 addetti nelle società di capitali umbre.
In altre parole, più di un lavoratore su otto in Umbria è impiegato all’interno di una di queste venti imprese.
Una cifra che conferma come il sistema produttivo di vertice continui a costituire una dorsale economica e sociale essenziale, capace di generare stabilità, benessere e ricadute positive su tutto il territorio regionale.

Resilienza e visione: l’Umbria delle imprese e la ZES
Il 2024 si chiude, per molti versi, come un anno di consolidamento: le imprese umbre mostrano una tenuta notevole nonostante l’incertezza dei mercati internazionali e i segnali di rallentamento dell’economia europea.
I comparti più dinamici restano la meccanica di precisione, la grande distribuzione organizzata, il manifatturiero di qualità e l’agroalimentare, ambiti nei quali la capacità di innovazione e la solidità patrimoniale continuano a fare la differenza.
Tuttavia, guardando al 2025, emergono nuove sfide. L’attenzione si concentra sulle politiche industriali regionali, sull’attrattività degli investimenti e sull’attuazione della ZES – Zona Economica Speciale, che potrà rappresentare un’importante leva di rilancio se accompagnata da strategie coerenti e inclusive.
Il coraggio di “fare un passo indietro” per andare avanti
Francesco Pace, presidente di Acacia Group, commenta:
«Agli imprenditori viene spesso chiesto di guardare avanti, ma in realtà la crescita di un’impresa assomiglia molto a un cammino, per molti garbato e costante, per altri lento, e per alcuni a passo svelto fino ad arrivare a correre.
Ciò che possono davvero vedere è il presente, e soprattutto il passato: l’esperienza, le scelte, le cadute e le rinascite.
Per questo credo che un imprenditore non cammini a viso avanti, ma voltato indietro.
Ad ogni passo non sa cosa troverà, eppure continua a muoversi.
Il coraggio è proprio questo: fare quel passo indietro per andare avanti.»
«Oggi gli imprenditori umbri chiedono soprattutto di poter camminare senza inutili ostacoli, tasse non funzionali e burocrazia superflua.
Chiedono una Regione che li accompagni, non che li rallenti; un sistema che riconosca il loro ruolo di motore sociale oltre che economico.
Il Libro Bianco per l’Economia che Acacia Group sta elaborando partirà proprio da qui: dall’ascolto delle imprese, dalle loro esperienze e dalle loro visioni.
L’Umbria ha tutte le carte in regola per sfruttare la Zona Economica Speciale e farne un laboratorio di crescita sostenibile e competitiva. Un’occasione concessa del Governo Centrale che non deve essere sprecata.
Serve però metodo, coraggio e, soprattutto, fiducia nel futuro.»
Verso il nuovo Osservatorio e le “Eccellenze Silenziose”
I numeri del 2024 raccontano un’Umbria che cresce e resiste, ma il prossimo Osservatorio delle Imprese – in uscita il 15 dicembre durante il Galà delle Imprese – riserverà sorprese.
Sarà proprio nelle fasce successive alla Top 20 che emergeranno alcune delle imprese più performanti e innovative: PMI che, pur restando fuori dalle grandi classifiche di fatturato, stanno registrando tassi di crescita, redditività e solidità patrimoniale sorprendenti.
Il focus dell’Osservatorio 2024 sarà quindi duplice: da un lato la conferma dei grandi player, dall’altro la scoperta delle “eccellenze silenziose” – aziende che rappresentano il futuro dell’economia umbra e che, grazie a innovazione, export e sostenibilità, stanno costruendo i presupposti per la prossima generazione industriale regionale.
Le classifiche complete, comprensive di utili, EBITDA e principali indici di bilancio, saranno pubblicate il 15 dicembre, in occasione del tradizionale Galà delle Imprese 2025, quando Acacia Group presenterà la nuova edizione dell’Osservatorio delle Imprese Umbre.
Un momento atteso non solo per la sua valenza economica, ma anche come appuntamento simbolico per la comunità imprenditoriale e istituzionale regionale.
Proprio in quella sede sarà illustrato anche lo stato di avanzamento del Libro Bianco per l’Economia Umbra, un progetto ambizioso e partecipato che mira a creare un dialogo strutturato tra imprese, istituzioni e territorio.
Maria Elena Castori, coordinatrice del progetto, sottolinea:
«Siamo convinti che lo sviluppo futuro dell’Umbria debba nascere da un nuovo patto di collaborazione tra istituzioni e imprese.
Il Libro Bianco sarà lo strumento attraverso cui formalizzare questo dialogo, raccogliendo il contributo di imprenditori, manager, economisti e amministratori.
Non un semplice documento di analisi, ma un percorso condiviso di proposte e visioni che possa guidare le politiche economiche regionali dei prossimi anni.»
«L’obiettivo – prosegue Castori – è valorizzare l’esperienza concreta di chi produce valore e occupazione, trasformando il pensiero strategico in azione.
Acacia Group intende mettere a disposizione il proprio know-how e la propria rete di relazioni per dare all’Umbria una voce autorevole e propositiva nel dibattito economico nazionale.»
In un momento storico in cui la fiducia rappresenta la risorsa più preziosa, i dati dei Bilanci 2024 raccontano un’Umbria viva, coraggiosa e determinata.
Un territorio che continua a produrre valore e a credere nelle proprie imprese come motore di crescita e identità.
Il 2025 si annuncia complesso, ma anche ricco di possibilità: il futuro dell’economia umbra si giocherà, ancora una volta, sulla capacità di scegliere con coraggio la direzione giusta, anche in “senso geografico” verso l’internazionalizzazione.


