La “bomba” Oliviero: si è messo in aspettativa per 18 mesi e ora è pronto per “la discesa in campo”. Sanità, Regione o Parlamento?

SPOTLIGHT di MARCO BRUNACCI | La notizia ha fatto il giro dell’Umbria in pochi minuti, scatenando tutte le congetture possibili. Ecco il catalogo delle prospettive che si aprono. Un mezzo cataclisma nella politica locale se l’interpretazione è quella giusta

DI Marco Brunacci

PERUGIA – Inutile girarci intorno, la notizia si è diffusa in un fiat: Maurizio Oliviero, appena lasciato il rettorato di Unipg al successore Marianelli, si è messo in aspettativa per i prossimi 18 mesi, in tempo
per presentarsi alle prossime elezioni politiche, dicono, più perfidi che mai, i maldicenti di tutta l’Umbria, isole comprese.
La verità è che questa notizia vale l’annuncio di una discesa in campo, che al confronto quella di Pier Silvio Berlusconi sarà acqua fresca.
Qui siamo al fenomeno atmosferico del tornado, il problema è che, mentre tutti sono d’accordo sul fatto della discesa in campo, nessuno sa per dove e come e quando.
Escluso il sindaco a New York, posto appena occupato da un giovanotto che per altro dovrebbe stargli molto simpatico, in due ore è stato candidato a tutto. Sintetizziamo:

1.Incarichi nella sanità regionale. Qui non c’è limite. si passa dall’assessore aggiunto al direttore generale al superconsulente. A nessuno sfugge però che per fare l’assessore, posto più consono al suo
lignaggio, serve una variazione statutaria da parte della Regione.
E’ pur vero che l’Umbria potrebbe chiedere due posti da assessore in più, ma è anche vero che ci vogliono almeno sei mesi per ottenere la variazione. E nel frattempo l’ex Magnifico che fa? Scalda i muscoli e studia la nuova convenzione sanitaria Unipg-Regione. E poi se magari ad Unipg qualcuno si mette di traverso.
Il Signore non voglia, ma ai potenti che lasciano, segue spesso un rosario di antipatizzanti.
Sul posto di direttore generale della sanità, come si è ipotizzato in un recente passato, non è lecito neanche congetturare. Uno, perchè sarebbe come mettere Stephen Hawking a fare le previsioni del tempo.
Due, perchè da Roma insistono nel dire che Donetti può continuare a battibeccare con Proietti quanto vuole, ma da qui non si muove.

2.Il percorso intermedio per saltare il fosso e presentarsi a tempo debito come candidato presidente del centrosinistra della Regione Umbria nel 2029.
Obiezione, vostro onore: ma da qui a lì quanta acqua sarà passata sotto i ponti? Meno di quanto si pensi, raccontano i sostenitori appassionati di questa tesi, che si presentano alla disputa con più di
tomi di Tommaso d’Aquino.
Proietti è nella palude ternana e si muove con la leggiadria politica di un pachiderma intrappolato nelle sabbie mobili. A Perugia il suo francescanesimo da enciclopedie a dispense inizia a dare le prime
reazioni allergiche. Nei piani alti dell’intellighenzia di sinistra-centro qualcuno comincia a pensare di non averci azzeccato.
Ma è il punto 3 quello più forte.

3.Prossimo parlamentare nobile di riferimento dell’Umbria del centrosinistra.
Eccoci: 18 mesi sarebbero precisi per arrivare alle prossime politiche. E’ vero: nel Pd per le candidature c’è già un ingorgo che neanche per entrare a Manhattan alle 8 di mattina, prima che Zamdani mandi tutti a gratis in autobus.
Però Oliviero non è uno tra gli altri. Magnifico rettore, con riconoscimenti nazionali in Crui, dopo una storia personale da protagonista prima, dopo e durante Bertinotti regnante. Brillante, inclusivo, innovativo, ambizioso, determinato. Se scende in campo come si mette per gli avversari? Male.
Tommaso Bori, il giovane segretario vincente e, di diritto, prima scelta per aver ribaltato l’Umbria a favore del centrosinistra, ha già intorno un affollamento da rendere necessario l’uso degli idranti. Con
Massimo Piacenti da Narni-Terni rischia, ma è più che competitivo. Con l’amico Oliviero si ritrova come Leclerc su Ferrari: bravo, bravissimo ma con una macchina che non vedi l’ora di scendere.
Siamo sicuri poi che il vecchio Verini sia in disarmo. E chi può lasciare a piedi Ascani. E ancora: i ternani non sono affatto così Sereni.
Alla fine, poi, per tutti conterà la figura di un mostro sacro del capitalismo illuminato, Brunello Cucinelli, al quale magari non viene riconosciuto più il “magic touch” di qualche mese fa, ma è sempre lo splendente Re Sole progressista del Cucinellishire, già pronto per la “hall of fame”, immortalato com’è nel film in suo onore firmato dal premio oscar Tornatore.
Capite che risiko comincia qui. Bellissimo. Riferiremo. Passo passo.

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