TERNI – Si è conclusa oggi a Roma la VII Conferenza Nazionale sulle Dipendenze, organizzata dal Dipartimento delle politiche contro la droga e le altre dipendenze della Presidenza del Consiglio dei Ministri. A seguire i lavori e a dare un contributo ai contenuti della due giorni, anche una delegazione della Comunità Incontro ETS, impegnata attivamente nei tavoli tematici dedicati a Governance e Gioco d’azzardo.
Tra i principali punti portati avanti dalla Comunità Incontro: l’abbattimento delle barriere regionali che impediscono al tossicodipendente di esercitare la libertà di cura anche al di fuori della propria regione e l’accesso diretto ai percorsi terapeutici direttamente tramite le Comunità. Un confronto di alto livello sulle nuove sfide del sistema cui hanno preso parte anche il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e il Premier Giorgia Meloni. La relazione conclusiva, che ha presentato le linee guida delle future programmazioni, è stata affidata al sottosegretario Alfredo Mantovano.
La Conferenza ha assunto una rilevanza ancora maggiore, poiché ha ampliato il focus anche sulla prevenzione con un’attenzione specifica verso i giovani e gli adolescenti. Un target da sempre al centro delle attività di sensibilizzazione promosse sul territorio dalla Comunità, con progetti specifici nelle scuole e nei luoghi di aggregazione dei giovani. «Le Comunità terapeutiche italiane – ha affermato il capo struttura Giampaolo Nicolasi – rappresentano un unicum a livello internazionale per la cura delle dipendenze, sono un’eccellenza, ed oggi finalmente hanno potuto dare voce alle loro esigenze».
«Una delle sfide più complesse e attuali del nostro tempo, che richiede l’impegno di tutti: istituzioni, operatori, famiglie e comunità» – ha commentato la presidente della Regione Umbria, Stefania Proietti, intervenuta alla seconda giornata della Conferenza. Stefania Proietti ha partecipato alle quattro sessioni di lavoro del primo panel, portando il contributo dell’Umbria alle politiche nazionali e condividendo esperienze maturate nel territorio regionale. Nel primo intervento, dedicato a “Presa in carico, continuità terapeutica e misure alternative per persone detenute con patologia da dipendenza, anche con particolare riferimento al mondo dei minori”, la presidente ha espresso “gratitudine per aver voluto un pieno coinvolgimento delle Regioni”, sottolineando come “l’Umbria, pur essendo una piccola regione, presenti problematiche complesse e peculiari, anche per la presenza di un sistema carcerario che rappresenta in parte un paradigma nazionale”.
«Abbiamo accolto con favore – ha proseguito Proietti – gli spunti di lavoro emersi dai tavoli e, anche a nome delle Regioni, confermiamo la nostra totale disponibilità a collaborare per individuare misure alternative al carcere, capaci di favorire percorsi di integrazione, reinserimento e decongestionamento degli istituti penitenziari. La proposta di una collaborazione interistituzionale e di percorsi omogenei che partano dal Dipartimento e vengano poi declinati in modo coerente nelle regioni è un segnale importante: solo così potremo evitare che i terreni comuni diventino terra di nessuno”.
Nel secondo intervento, su “Salute mentale e dipendenze: un approccio integrato”, Proietti ha sottolineato la necessità di una sintesi condivisa tra i diversi livelli istituzionali, capace di unire conoscenze, strumenti e risorse per affrontare la crescente correlazione tra disagio psichico e comportamenti di dipendenza. “La dipendenza – ha osservato – è sempre più spesso legata al disagio mentale, e in molti casi si manifesta già in età precoce. Oggi osserviamo bambini di 11 o 12 anni che vivono situazioni di fragilità psichica e dipendenze comportamentali. È un dato che deve interrogarci e che ci impone di investire non solo in risorse economiche, ma anche nella formazione: servono più neuropsichiatri infantili, più specialisti, più figure capaci di intercettare precocemente queste forme di disagio”. Proietti ha poi illustrato il lavoro che la Regione Umbria sta portando avanti nella redazione del nuovo piano sociosanitario regionale, che prevede percorsi specifici per i minori con disturbi mentali e dipendenze, valorizzando lo strumento del budget di salute per integrare la componente sanitaria e quella sociale.
Nel terzo intervento, dedicato a “Governance e integrazione tra servizi pubblici e privati”, la presidente ha posto l’accento sul valore della collaborazione tra istituzioni, enti locali, sanità e terzo settore. «Riteniamo – ha dichiarato – che questo tavolo di lavoro rappresenti un’occasione preziosa per consolidare una governance che non porti soltanto risorse economiche, ma anche capitale umano. È fondamentale valorizzare le persone, gli operatori, i professionisti che ogni giorno sono in prima linea contro le dipendenze. E per farlo dobbiamo costruire tavoli tecnici reali, non di facciata, capaci di generare risultati concreti nei territori. Solo così potremo farne una piattaforma comune di conoscenza e azione, dove pubblico e privato collaborano per il bene delle persone». Nel quarto intervento, su “Modelli innovativi di presa in carico”, Proietti ha sottolineato la necessità di innovare i sistemi di accesso e di presa in carico attraverso strumenti agili, collaborativi e partecipati. «Il fenomeno delle dipendenze – ha affermato – cambia rapidamente e impone risposte altrettanto rapide e precise . Dobbiamo migliorare l’efficacia della presa in carico attraverso modelli misti di governance, che uniscano l’esperienza dei servizi pubblici e il contributo del privato sociale. Fondamentale è anche la formazione degli operatori, pubblici e del terzo settore, in un’ottica di coprogrammazione e coprogettazione. Stiamo lavorando molto in questa direzione all’interno del piano sociosanitario, che si ispira proprio al modello del fondo per le dipendenze: un percorso costruito insieme, tra livello regionale, interregionale e ministeriale, in piena condivisione».


