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Le criticità della sanità/ Dopo le liste d’attesa, campanello d’allarme anche dal focus della Corte dei Conti sull’utilizzo degli immobili e sui costi energetici

Una nuova area sulla quale è stato acceso il faro della Corte per togliere alibi alle Aziende sanitarie umbre e invitare la Regione a utilizzare al meglio le risorse ed evitare sprechi

di Marco Brunacci

PERUGIA – Liste d’attesa, elisoccorso, reclutamento e formazione del personale.
Le criticità dell’azione della sanità regionale sono diverse se sono state segnalate con la consueta puntualità dal presidente della Corte dei Conti, Antonello Colosimo, nella sua ultima relazione.
Il cammino della macchina pubblica, in un settore tanto strategico quanto complesso, è per forza di cosa accidentato.
L’Umbria non sta brillando, anche il presidente Colosimo, con la competenza e l’equilibrio che tutti gli riconoscono, ha trovato modo di apprezzare l’impegno della nuova Giunta.
Sempre tenendo presente che quello che riguarda direttamente i cittadini – parliamo di liste d’attesa – resta un dossier al quale va trovato un verso, per ottenere un qualche miglioramento per le strutture sotto pressione, ma soprattutto per i cittadini pazienti.
Ma su una seconda area, meno indagata, la Corte dei Conti ha acceso un utilissimo faro.
Anche qui competenza, precisione, serenità nell’indicare il problema e l’urgenza di trovare le soluzioni.
La Corte ha presentato un report sul “patrimonio immobiliare e gli investimenti in interventi di edilizia delle aziende del Sistema sanitario regionale” e le criticità qui sono ugualmente evidenti, come sul resto della gestione sanitaria.
Non è questione di andare a cercare responsabilità, però certo, con le indicazioni molto nette e dettagliate del report, vengono meno gli alibi.
E’ chiaro che in un’area che attiene direttamente alla responsabilità dei direttori generali delle 4 aziende sanitarie umbre, e solo in seconda istanza alle scelte dell’assessore regionale (In questo caso è la stessa presidente Proietti) e della direzione regionale (Donetti), sta nei fatti consentire agli attori di avere un certo periodo di tempo per risolvere le questioni.
I direttori generali (3 su 4) sono stati sostituiti e non hanno avuto il tempo materiale per realizzare piani che attengano agli immobili, viste le urgenze sulla salute dei cittadini, liste d’attesa in primis.
Ciò detto, il report sugli immobili non lascia posto a dubbi: le criticità sono state segnalate in tutte le tre aree prese in considerazione.
Intanto, il corretto utilizzo degli immobili di proprietà e, va da sè, soprattutto, il mancato utilizzo al meglio di tutti quegli immobili.
Di conseguenza a questo, ecco l’utilizzo, che non appare sempre giustificato, di immobili di proprietà di terzi, con relativi pagamenti di canoni di affitto.
In terzo luogo, l’indagine della Corte dei Conti evidenzia la questione dei costi energetici, una delle più annose, rilevanti e delicate.
E’ fuori discussione che esista la necessità di avere ambienti riscaldati in modo corretto, trattandosi di locali che ospitano malati, ma è necessaria più che mai una riflessione su utilizzo degli impianti e costi complessivi e sulla relativa capacità di realizzare risparmi, magari anche con economie di scala.
Non sfugge che su questi tre specifici punti-focus della Corte dei Conti si giocano parti affatto secondarie dei bilanci della sanità.
Intervenire qui con mano ferma, può significare miglioramento dei conti economici delle aziende sanitarie regionali, in maniera significativa da sbloccare risorse per la salute dei cittadini.

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