M.Brun.
PERUGIA – Eugenio Guarducci inaugura l’edizione numero 31 di Eurochocolate, ma non si ferma mai. Al tavolo minimal chic di quell’artista severa, essenziale e geniale, estro e rigore, che è Ada (Gourmet), ne infila una dietro l’altra.
Non tanto per il frame della prossima edizione (domani seguite con attenzione), quanto per quello che sprigiona col tono piano da talento puro, ma pur sempre perugino: intuizioni e progetti, ipotesi per
piccole (o medie, o grandi) rivoluzioni possibili.
Sentite questa: una linea tra Città del Cioccolato e Città della Domenica, passando per la stazione del Minimetrò.
Come? Facciamo un’ovovia che parta dalla stazione del Minimetrò, giù a Pian di Massiano, per arrivare fino alla sommità della collina che un tempo si chiamava Spagnolia. Poi di nuovo giù e ancora su. La Città della Domenica diventa il supporto modello Disneyland della Città del Cioccolato, la Città del Cioccolato la caratterizza e le dà una vocazione del divertimento e dell’intrattenimento.
Lassù ci facciamo gli spettacolini, disseminati durante la visita, che tanto piacciono ai piccoli ma anche a tutte le famiglie, che non si possono realizzare al Mercato Coperto.
E in questo salire e scendere si inventa una nuova idea di dare a Perugia un futuro turistico oltre gli eventi e la stagionalità.
Troppi soldi da investire? Ne siete sicuri, quando c’è un progetto solido, finalizzato, coerente, di visione? Certo è una piccola (media, grande) rivoluzione.
Ora Guarducci si fa perfino serioso: “Iniziamo – dice – a cambiare verso al cioccolato e alla sua produzione”.
In che senso? “Mettiamo le fabbriche del cioccolato vicino alla raccolta del cacao”.
Significato: una fabbrica da realizzare subito in uno Stato africano, da scegliere tra i Paesi produttori, per iniziare questo nuovo percorso.
“Questa scelta è un messaggio preciso: li aiutiamo a valorizzare le loro risorse. Non è forse questo il senso del Piano Mattei? Ne ho parlato con esponenti del Governo”.
Ma ce li vedi quelli di Nestlè a riportare tutto accanto a chi raccoglie materia prima? Mah.
Però per una fabbrica da realizzare, hic et nunc, servono solo 3 milioni e si può partire domani. “L’obiezione che lì il cioccolato si scioglie, per via delle temperature, è risibile: sai quante celle
frigorifero ci mandi con l’energia solare che puoi sintetizzare proprio lì”. Via, si può cominciare.
Guarducci non si ferma mai, giusto? “Non è vero, io ho poche idee”, prova a schermirsi. E per fortuna. Poi spiega: “Non sono come questi creativi di adesso che infilano un’idea dopo l’altra, ma poi a queste
idee non danno una vita loro”. Quindi? “Ho poche idee rispetto a loro, ma su quelle lavoro e spesso riesco a farle diventare realtà”.
Sorprendenti? “Non mi sorprendo più”.
Ha ragione c’è da aspettarsi di tutto. Mentre va in scena l’edizione numero 31 di Eurochocolate, la prima abbinata alla Città del Cioccolato, con il suo museo e percorso con il fascino strano del
Mercato Coperto e l’accuratezza dell’allestimento.
Ma, prestare attenzione, Eugenio Guarducci in corso. Non si sa mai se se ne inventa, lì per là, un’altra e più grossa e più avanti e più irrealizzabile che invece si realizza.
Genialità perugina. Garantito: è un unicum.


