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Sinistra radicale in piazza per chiudere Eurochocolate e il Museo del cioccolato. Saranno difesi dal Comune?

Manifestazione con “Perugia solidale” domani alle 18 in centro: pesanti accuse a chi «offre la città come vetrina ad aziende sfruttatrici»

PERUGIA – Non era mai successo con la sinistra al governo della città per 21 anni dei 31 compiuti dalla famosa kermesse. Succede ora con un governo cittadino che raduna un campo larghissimo del centrosinistra, fino a latitudini molto a sinistra.
Eppure ecco qua: “Fuori Eurochocolate da Perugia”, un titolo che non ha bisogno di interpretazioni.
E ora tutti si chiedono se la giunta comunale, attraverso la sindaca Ferdinandi, o l’assessore al ramo, Fofo, o altri parlerà. Per difendere (o al limite anche no) Eurohocolate, Guarducci e il Museo del Cioccolato.
L’appuntamento per la manifestazione è per domani venerdi 21. Concentramento a Piazza Partigiani. Poi si va sfilare in centro, probabilmente tra gli stand.
Organizza Perugia solidale.
Il motivo di una cosi radicale opposizione al progetto, sempre considerato nell’alveo della sinistra di governo umbra, di Eugenio Guarducci?
Le accuse sono di origine planetaria e molto pesanti, secondo la più radicale retorica della sinistra-sinistra.
La manifestazione è “contro le aziende che supportano il genocidio in Palestina.
Contro lo sfruttamento delle persone impiegate nella filiera del cioccolato.
Contro la città vetrina e per la difesa della biodiversità sul nostro territorio.
Contro Eurochocolate. Con la resistenza palestinese”.
Perugia solidale ritiene che non sia possibile “che venga permesso alle aziende che fanno affari con Israele di avere un posto nel centro storico di Perugia. Tutti gli abitanti di questa città sanno che Eurochocolate è una vetrina delle multinazionali che affamano il mondo con le colture transgeniche, i fertilizzanti, i salari da fame e la concorrenza sleale”.
E denunciano “la violenza strutturale”, secondo Perugia solidale, “nel modo di comportarsi delle aziende alle quali Eurochocolate fornisce una vetrina”.
Sotto i colpi di Perugia solidale non finisce solo Eurochocolate, ma anche un’altra realizzazione made in Guarducci (che però non viene mai citato):
“Alla luce di tutto ciò – è scritto – non possiamo che opporci ad un mostro come “il museo del cioccolato”. Una vetrina attaverso la quale vengono sistematicamente negate tutte le nefandezze di questa filiera. Uno spazio tolto alla nostra città, ai produttori locali, al commercio equo, a modelli economici alternativi a quelli dominanti”.
Conclusione: “Stanchi di essere una vetrina, vogliamo tornare ad essere abitanti di questa città ribelle”.

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