FOLIGNO (Perugia) – Coldiretti lancia un nuovo e forte allarme sulla grave situazione che si è venuta a creare all’interno del Parco di Colfiorito e nelle aree limitrofe, dove è in corso da tempo un’invasione incontrollata di cinghiali che sta provocando ingenti danni alle aziende agricole e mettendo a rischio la sicurezza pubblica.
La problematica è stata formalmente segnalata al Comune di Foligno con una lettera congiunta del presidente di Coldiretti Umbria, Albano Agabiti e della Presidente di Coldiretti Perugia, Anna Chiacchierini, nella quale si chiede un immediato intervento dell’Ente gestore per fronteggiare una situazione ormai fuori controllo.
«I cinghiali stanno letteralmente devastando le colture e compromettendo il lavoro di svariate imprese agricole – dichiara Albano Agabiti, Presidente di Coldiretti Umbria. Siamo di fronte a una presenza massiccia e costante che rappresenta un danno economico enorme e un serio problema per la pubblica sicurezza. È indispensabile conoscere quali misure si intendano adottare e, soprattutto, attivarle quanto prima. Questo considerando ‘l’effetto serbatoio’ sempre più penalizzante, con i parchi che sono diventati un vero e proprio bacino di riproduzione, a discapito anche della biodiversità, da dove i cinghiali si spostano verso le zone agricole, al loro interno e limitrofe, provocando danni continui. Un habitat ideale per la specie, dove vivere e riprodursi con più facilità, date anche le restrizioni all’attività venatoria».
Sulla stessa linea la presidente di Coldiretti Perugia, Anna Chiacchierini, che sottolinea come la situazione sia insostenibile per chi lavora quotidianamente sul territorio. «Gli agricoltori di Colfiorito e del territorio vicino, sono esasperati. I terreni vengono rovinati, le colture distrutte, per non parlare delle conseguenze di questa invasione pure sul fronte viabilità stradale. Non è accettabile che una simile emergenza venga ancora sottovalutata. Servono misure efficaci e immediate per contenere la fauna selvatica e tutelare il lavoro agricolo e la comunità».
Coldiretti ribadisce la necessità di interventi capaci di limitare l’espansione incontrollata degli ungulati, prevenire ulteriori danni alle imprese agricole e garantire l’incolumità delle persone. «Non possiamo permettere che il territorio venga lasciato sotto assedio – concludono Agabiti e Chiacchierini. Le aree protette continuano ad essere zone di sovrappopolazione per la specie, con ripercussioni sempre più gravi. Chiediamo quindi risposte tempestive: la tutela dell’agricoltura, dell’ambiente e della sicurezza pubblica deve essere una priorità assoluta».


