TERNI – Un viaggio attraverso otto secoli di storia dell’arte. Per la prima volta, la Fondazione Carit apre al pubblico i tesori della sua collezione permanente con la mostra “Da Signorelli a Burri”, e per Natale riceve i primi 2mila applausi. Tanti i visitatori che in questi giorni di festa – la mostra rimane aperta anche oggi, 26 dicembre, dalle ore 15 alle 19 – hanno deciso di regalarsi quel viaggio straordinario. Molti hanno acuistato il catalogo e lo hanno fatto trovare sotto l’albero di amici e parenti.
La mostra “Collezione d’arte. Da Signorelli a Burri”, curata da Anna Ciccarelli, direttore generale della Fondazione, e fortemente voluta dal consiglio di amministrazione presieduto dall’ avvocato Emiliano Strinati, si compone di quarantacinque opere. Il percorso prende avvio con alcune testimonianze del Trecento e del Quattrocento, con opere della cerchia di Taddeo Gaddi, prosegue poi con i maestri del Cinquecento, con dipinti provenienti dalle botteghe del Perugino e di Tiziano, nonché di mano di Luca Signorelli, testimone della grande stagione rinascimentale umbra e toscana, presente in mostra con una preziosa tavola che rivela il suo straordinario senso plastico e la tensione drammatica delle figure. Seguono i dipinti del barocco italiano e del caravaggismo di Antiveduto Gramatica, Artemisia Gentileschi e Mattia Preti e di scuola fiamminga con Sebastian Vrancx, in cui si colgono le trasformazioni della pittura tra eleganza formale e ricerca di nuovi effetti luministici. Il Settecento veneziano è documentato con una elegante veduta di piazza San Marco di Francesco Guardi, che apre poi allo spazio dedicato ai paesaggisti d’oltralpe come Claude Joseph Vernet, Verstappen e van Bloemen che hanno omaggiato il territorio umbro con le splendide raffigurazioni della Cascata delle Marmore. La sezione dedicata all’Ottocento e al primo Novecento documenta l’evoluzione del gusto borghese e del sentimento del vero, dalla pittura romantica, al realismo e all’impressionismo, fino ai fermenti del primo dopoguerra. In mostra due opere straordinarie di Alfred Sisley, riconosciuto come uno dei grandi maestri del paesaggio impressionista, e del “padre” del movimento, Camille Pissarro. Nel nucleo di opere degli artisti del secondo Novecento, spiccano Alberto Burri e Agostino Bonalumi. Infine, la mostra si chiude con una sezione in onore dei grandi maestri umbri o attivi nel territorio nel Novecento: Piero Gauli, Ardengo Soffici, Ugo Castellani, Umberto Prencipe, Amerigo Bartoli, Orneore Metelli e Aurelio De Felice. Corredano la mostra una piccola galleria con i Ritratti di cardinali e personaggi insigni del XVII-XIX secolo, uno splendido orologio in bronzo Luigi XVI, sculture di Vincenzo Gemito e un’opera in ceramica del contemporaneo Piero Gauli.


