TERNI – L’attesa è finita: domani apre la grande mostra a Palazzo Montani Leoni. «La mostra Collezione d’arte. Da Signorelli a Burri a palazzo Montani Leoni – spiega il presidente della Fondazione Carit, Emiliano Strinati – nasce con l’intento di condividere con la comunità il prezioso patrimonio storico che la Fondazione Cassa di Risparmio di Terni e Narni ha raccolto, conservato e valorizzato in oltre trenta anni di vita». La Fondazione si prefigge dunque di offrire al pubblico una selezione accurata della sua ricca collezione, composta da opere d’arte appartenenti tanto alle arti figurative quanto a quelle decorative, dal Trecento sino ai giorni nostri. Dei numerosi pezzi (mille e cento) che costituiscono il “tesoro” artistico dell’Ente, ne sono stati selezionati 45. Il percorso prende avvio con alcune testimonianze del Trecento e del Quattrocento. Prosegue con i grandi maestri del Cinquecento, come Luca Signorelli, testimone della grande stagione rinascimentale umbra e toscana, con un’opera che rivela il suo straordinario senso plastico e la tensione drammatica delle figure, e ancora con dipinti di scuola manierista, barocca e fiamminga, in cui si colgono le trasformazioni della pittura tra eleganza formale e ricerca di nuovi effetti luministici. Tra gli artisti di maggior rilievo: Artemisia Gentileschi, Mattia Preti e Sebastian Vrancx. Tra i protagonisti del vedutismo e della pittura en plein air in mostra Francesco Guardi con la sua bellissima veduta di piazza San Marco; il francese Vernet con una scena portuale idealizzata, tipica del suo stile; van Bloemen e Verstappen con le animate raffigurazioni della Cascata delle Marmore.
La sezione dedicata all’Ottocento e al primo Novecento documenta l’evoluzione del gusto borghese e del sentimento del vero, dalla pittura romantica, al Realismo e all’Impressionismo. In esposizione anche due straordinarie opere di due pilastri della più importante corrente artista moderna d’oltralpe: una natura morta di Camille Pissarro (recente acquisizione dalla Fondazione Carit) e un raffinato paesaggio di Alfred Sisley, anche questa entrata a far parte della “Collezione d’arte” dell’Ente insieme all’opera di Pissarro.
Si giunge così all’arte contemporanea, con un nucleo di opere dei grandi maestri del Novecento. Tra questi spicca ovviamente Alberto Burri, la cui ricerca materica e poetica del frammento rappresenta uno dei vertici dell’arte italiana postbellica. Le sue opere, accanto a quelle di altri protagonisti della modernità, come Agostino Bonalumi, anch’esso in mostra, testimoniano il passaggio dalla figurazione alla sperimentazione informale, in un dialogo continuo con la memoria storica e con le radici culturali del territorio umbro.
Il Novecento si chiude con gli artisti che hanno avuto un legame con il nostro territorio: Piero Gauli, Ardengo Soffici, Ugo Castellani, Umberto Prencipe, Amerigo Bartoli, Orneore Metelli e Aurelio De Felice. L’esposizione di queste opere non rappresenta solo un momento di condivisione culturale, ma anche un contributo concreto alla crescita culturale ed economica del territorio, nella convinzione che la cultura sia uno dei principali motori dello sviluppo collettivo. Nel settore dell’arte, delle attività e dei beni culturali, la Fondazione, infatti, destina ogni anno cospicue risorse, sostenendo progetti e iniziative che spaziano dalla musica al teatro, dai restauri all’editoria, dalle mostre all’acquisizione di nuove opere d’arte. Un impegno che dal 1992 ad oggi i presidenti e i consigli di amministrazione che si sono succeduti hanno tradotto in azioni concrete.


