Au. Prov.
TERNI – La guerra delle luminarie di Natale scoppiata con un post della presidente del consiglio comunale di Terni, Sara Francescangeli, che ha messo a confronto il progetto della giunta Ferdinandi firmato da Mimmo Paladino con quello dell’amministrazione Bandecchi dedicato a Ilaria Sula, finisce male.
Se a parere della Francescangeli il Natale di Terni è di gran lunga più bello di quello di Perugia – spara un elegante «Ci piace vincere facile!» sulla sua pagina Facebook – alla società civile le scarpe rosse sotto l’albero di piazza Europa appaiono di cattivo gusto. «L’artista messicana Elina Chauvet – tuona La Casa delle donne – ne posizionò 33 paia in una piazza della sua città per accendere i riflettori sul fenomeno della violenza contro le donne. Il rosso delle scarpe, un messaggio potente che richiama il colore del sangue delle donne uccise da uomini violenti, non può diventare un addobbo di Natale».
Collocare quel messaggio di dolore in un’atmosfera festosa è “troppo” anche per la consigliera regionale del Pd Maria Grazia Proietti: «Le scarpe rosse non sono un addobbo. Sono il posto vuoto lasciato da una donna che non tornerà. Sono passi che non faranno più rumore, parole che nessuno potrà più ascoltare. Ogni paio è una storia che è stata spezzata, strappata via.
Quel rosso è un rosso di sangue, di paura, di ingiustizia. È un rosso che non chiede attenzione, pretende rispetto. È un rosso che non vuole essere confuso con il Natale, perché viene dalla parte più buia dell’essere umano». «Il Natale celebra la vita» – sottolinea ancora Maria Grazia Proietti. Le donne, soprattutto le donne, invitano a non mischiare festa e dolore. Insomma, più dei colori di Mimmo Paladino, inquietano le installazioni sotto l’albero di Terni. Con la pace che arriva da Orvieto: «La pace è la strada che devi percorrere nel tuo cuore per incontrare quel fuoco che sempre arde e ti parla di amore». Parole di Susanna Tamaro che accendono il Natale nella Città della Rupe, incastonate sulla chiesa di Sant’Andrea in un suggestivo videomapping arricchito dai loop artistici di Davide Sinapsi e Michele Spagnuolo.
