TERNI – Ora c’è una data. Il 15 dicembre il bilancio di previsione del 2026 arriva in aula. In quell’occasione si vedrà se la maggioranza di Bandecchi è salda e se Alternativa popolare può davvero contare sui 19 voti a disposizione. Una verifica tutta da scontare. Ma al momento non sono i mal di pancia della maggioranza a fare notizia, bensì lo scontro tra maggioranza e opposizione. Sia la destra che la sinistra hanno picchiato duro contro Stefano Bandecchi, accusandolo, a tre anni dall’uscita dal dissesto, di tenere ancora le aliquote comunali al massimo. Sia FDI che PD hanno fatto notare che, a loro dire, ci sono tutte e condizioni per una importante riduzione di Imu e dell’addizionale Irpef . Per le opposizioni i conti del Comune sono ormai in salvo, risanati dai cinque anni di amministrazione Latini, con la la supervisione del Ministero delle Finanze.
Ma l’assessora al bilancio, Michela Bordoni, ha sempre rifiutato l’ipotesi di tagliare le tasse sostenendo che per far fronte ai progetti di rilancio della città e alle manutenzioni ordinarie e straordinarie, occorrono risorse: Palazzo Spada, per tappare buche, recuperare plessi scolastici e creare occasioni di sviluppo, non può rinunciare neanche ad un centesimo.
Qualche mal di ancia, comunque, c’è persino in maggioranza. Mugugni, ad esempio, sulle cifre ridotte a disposizione del Welfare. Una questione già emersa in giunta. Ma il sindaco Stefano Bandecchi determinato: «Vanno utilizzati solo i fondi provenienti da Stato e Regione, senza aggiungere risorse del Comune».


