TERNI – Il 4 gennaio, alle ore 17:30, la Filarmonica Umbra ospiterà al teatro Sergio Secci di Terni un evento cameristico di eccezionale rilievo con il Quintetto Benedetto Croce. La formazione, composta da solisti di fama internazionale, proporrà un viaggio attraverso due pietre miliari della letteratura per pianoforte e archi: il celebre Quintetto op. 44 di Robert Schumann e il profondo Quintetto op. 57 di Dmitrij Šostakovič. Un appuntamento dedicato alla grande musica da camera, dove il virtuosismo individuale si fonde in un dialogo collettivo di rara intensità espressiva.
Il Quintetto Benedetto Croce schiera interpreti d’eccellenza del panorama mondiale. Oleksandr Semchuck e Ksenia Milas, violinisti di scuola ucraina e russa uniti nell’arte e nella vita, sono acclamati per la tecnica prodigiosa e la profondità interpretativa; Semchuk è inoltre un rinomato didatta presso l’Accademia di Imola. La viola è affidata alla sensibilità di Silvia Mazzon, musicista versatile premiata in numerosi concorsi, mentre al violoncello siede Giuliano De Angelis, solista dalla carriera internazionale e apprezzato interprete cameristico. A completare l’ensemble è il pianista Massimo Giuseppe Bianchi, interprete colto e raffinato, noto per la sua capacità di affrontare repertori complessi con estrema lucidità. Insieme, questi cinque artisti danno vita a un’esecuzione che si distingue per equilibrio sonoro, affiatamento millimetrico e una comune visione intellettuale e artistica della partitura.
Il programma celebra la forma del Quintetto con pianoforte attraverso due dei suoi massimi vertici. Si aprirà con il Quintetto in mi bemolle maggiore op. 44 di Robert Schumann, opera solare e brillante che nel 1842 rivoluzionò il genere per la sua scrittura quasi sinfonica e l’inventiva melodica travolgente. Il clima muterà con il Quintetto in sol minore op. 57 di Dmitrij Šostakovič, capolavoro del 1940 premiato con il Premio Stalin ma intriso di una sincerità disarmante. Tra richiami alla forma barocca del Preludio e della Fuga e spigolosità moderne, l’opera di Šostakovič rappresenta una delle riflessioni più profonde e commoventi della musica del XX secolo, offrendo un contrasto perfetto con il lirismo di Schumann.


