TERNI – La grande arte per Natale. L’attesa è finita: la mostra “Collezione d’arte. Da Signorelli a Burri” è stata inaugurata. Quarantacinque opere delle oltre mille che costituiscono il patrimonio storico della Fondazione Carit, selezionate dalla curatrice Anna Ciccarelli. Il percorso prende avvio con alcune testimonianze del Trecento e del Quattrocento, con opere della cerchia di Taddeo Gaddi e prosegue con i maestri del Cinquecento (Tiziano, Perugino, Signorelli). Seguono i dipinti del barocco italiano e del caravaggismo di Antiveduto Gramatica, Artemisia Gentileschi, Mattia Preti, e di scuola fiamminga con Sebastian Vrancx. Il Settecento veneziano è documentato con una elegante veduta di piazza San Marco di Francesco Guardi, che apre allo spazio dedicato ai paesaggisti d’oltralpe di Claude Joseph Vernet, Verstappen e van Bloemen, mentre la sezione dedicata all’Ottocento e al primo Novecento spazia dal realismo all’impressionismo e tocca fermenti del primo dopoguerra. Nel nucleo di opere degli artisti del secondo Novecento, spiccano Alberto Burri e Agostino Bonalumi. Infine, la mostra si chiude con una sezione che rende omaggio ai maestri umbri come Piero Gauli, Ugo Castellani, Umberto Prencipe, Amerigo Bartoli, Orneore Metelli e Aurelio De Felice.
«Questa grande mostra di Natale 2025 rappresenta, per il Consiglio di amministrazione della Fondazione Carit – spiega il vice presidente, Carlo Passalacqua – insediatosi a febbraio di quest’anno, la seconda occasione per donare alla città un evento storico artistico importante. Riaprire le sale espositive di palazzo Montani Leoni, dopo soli sei mesi dalla chiusura della precedente mostra, rappresenta per la governance motivo di grande orgoglio, soprattutto perché, in questo caso vengono “svelate” al pubblico le opere più significative della Collezione d’arte della Fondazione. L’ultima esposizione della Collezione risale, infatti, al 2012, anno in cui è stata realizzata la mostra La raccolta d’arte della Fondazione Cassa di Risparmio di Terni e Narni. Da allora il patrimonio dell’Ente si è profondamente arricchito, grazie ad acquisizioni, donazioni e comodati che ne hanno ampliato la qualità e il prestigio. Con questa nuova esposizione, la Fondazione riafferma il proprio impegno nel rendere la cultura un bene condiviso, convinta che la bellezza, quando viene restituita alla comunità, diventa fattore di crescita e coesione».















