AU. PROV.
TERNI – L’impegno era riaprire l’ex chalet Marconi e farlo vivere tutto l’anno. L’impegno era rilanciarlo insieme alla quarta edizione del festival Baravai, che si svolge dall’altro lato del parco pubblico della Passeggiata. Invece si è chiusa anche la quinta edizione del festival estivo organizzato dalla Cooperativa Le Macchine Celibi e non s’è mossa paglia. Le Macchine Celibi sono subentrate alla gestione Viali dello Chalet nel 2023, hanno lasciato passare tutto il 2024, hanno ridotto i costi di gestione del festival Baravai a inizio stagione 2025 mandando a casa la squadra di professionisti che stava lavorando al cartellone a giugno, hanno fermato il festival per due settimane a Ferragosto e hanno tenuto chiuso lo chalet. Del progetto di rilancio non c’è traccia. C’è invece la revoca della licenza da parte del Comune per inattività. Una storia triste. «E’ il 15 novembre 1911 quando viene stilato il contratto-concessione tra il Comune di Terni e Umberto Manconi – scrive l’architetto Michele Giorgini nella rivista Ingenium – per la costruzione di uno “chalet moderno” da erigersi nei giardini pubblici della “Passeggiata”, manufatto destinato a durare sino ai nostri giorni. Questa semplice costruzione, anche se attualmente piuttosto malridotta, costituisce una testimonianza significativa del lungo processo di creazione del più importante spazio urbano a verde, di cui può anche essere considerato simbolo di un primo completamento. E’
un’opera volta alla valorizzazione di spazi urbani negletti e alla creazione di nuove forme di intrattenimento, inserita nella più ampia trasformazione del fronte sud della città, considerato tra Otto e Novecento il principale ingresso urbano». Numerose personalità dell’epoca si alternano nella realizzazione della Passeggiata. Nel 1828 l’ingegnere comunale Giuseppe Riccardi presenta un progetto antesignano di creazione di uno spazio verde dedicato al pubblico, con una alberatura a doppio filare, un ippodromo, fontane, sculture ed erme dedicate alla memoria dei cittadini più famosi. La storia del parco la ricostruisce sempre Giorgini. «Nella proposta di Riccardi la presenza dell’ippodromo è suggerita dalla consuetudine della corsa di cavalli che si tiene nel viale delle mura dal XIV secolo e dalla costruzione della moderna cavallerizza a piazza Valnerina, voluta da Manassei». La visione Riccardi, che non viene attuata per il costo insostenibile, diviene stimolo per nuovi progetti e ma motiva il Comune ad acquisire l’area, sottraendola così al modesto utilizzo agrario. Anche Luigi Poletti, l’autore del teatro Verdi e dell’ingresso del cimitero, propone una sistemazione del parco che non trova attuazione per i costi altissimi. E’ quindi Domenico Giannelli ad occuparsi della definizione degli spazi dei quello che oggi è il parco della Passeggiata, in cui avrebbe voluto collocare un “Caffè haus” tipo casina Valadier del Pincio. Un sogno che resta nel cassetto. Poi, nel 1911 Umberto Manconi, chiede la concessione del belvedere della Passeggiata per potervi costruire uno “chalet moderno”, che è quello che non si capisce per quale motivo è chiuso da quasi tre anni.


