Libri/ La sfida di Stramaccioni e del suo “Ateneo internazionale”: a Perugia serve una luce sul far della sera, si riparte dalle Università?

L’ultimo lavoro dell’ex parlamentare e storico, protagonista per anni della politica umbra. Un’opera (edizioni Futura libri) nella quale è interessante passeggiare per scoprire il passato e riprogrammare il futuro

Marco Brunacci
  1. In un crocevia della storia, un gruppo di perugini, colti, illuminati, preparati, determinati, idee chiare, ambizioni da classe dirigente, aspirazioni e ispirazione, borghesia non indolente ma capace di prendersi responsabilità prima e poi dare braccia e gambe a un progetto, riesce a far partire un’Università che ha la forza per diventare un’istituzione, la faccia internazionale di Perugia, il suo biglietto da visita, la potenza e la grazia di un’intuizione che si fa storia. Nonostante il fascismo, nonostante la guerra, nonostante i rovesci della vita e degli anni che passano.
    “Perchè Perugia e la sua classe dirigente, gli intellettuali di adesso, non fanno tesoro di questa lezione e non operano di conseguenze, superando le difficoltà anche se ci sono, oggi come è stato fatto ieri, perchè non danno slancio alle loro istituzioni per creare un progetto per il domani di Perugia ambizioso come quello che ha fatto nascere cent’anni fa l’Università per Stranieri?”.
    A lanciare la sfida è Alberto Stramaccioni, ex parlamentare, ex segretario regionale del Pd, per anni innovatore, battagliero, uno che soprattutto non ci è mai stato a confondersi con la tappezzeria della politica, autore del libro sui cento anni della Stranieri, oggi docente nelle aule che furono di Romeo Gallenga e Astorre Lupattelli e poi di tanti mostri sacri della cultura e della politica italiana, in un libro che è una sorpresa.
  2. La sfida ha un rilievo speciale perchè gettata sul tavolo, con tono piano, ma mai così netta per una città addormentata e una regione in panne, in un palazzo storico perugino, di fronte al padrone di casa, Ruggero Ranieri di Sorbello, con i due rettori delle Università perugini presenti, Massimiliano Marianelli e Valerio De Cesaris, e il vicepresidente della giunta regionale Tommaso Bori.
  3. Ecco il volume che non ti aspetti per 100 anni dell’Università per stranieri di Perugia (Unistra, acronimo brillante come non sempre è stata la storia recente dell’importante istituzione). La spiegazione è nel risvolto di copertina: “Trarre dal passato e dal presente utili indicazioni per il suo futuro”, annuncia Stramaccioni. Il titolo del libro è volutamente didascalico: “Un’ Ateneo internazionale” (edizione Futura libri), perchè siamo di fronte a una “storia istituzionale e culturale”, ricca di foto d’antàn e di tabelle fresche ed esplicative.
  4. Ha qualcosa di familiare e nel contempo di straordinario passeggiare lungo le pagine che raccontano delle idee anti-giolittiane del nobile fondatore dell’Associazione Nazionalista, i cosiddetti “giovani turchi”, tanto diversi da quelli che qualche anno fa. E così ripercorrere gli anni della “fascistizzazione mancata” fino alla “difficile ripresa” del Dopoguerra e ai fulgori e ai chiaroscuri dell’era democristiana, per capire che un’idea forte è capace di reggere al tempo e alle sue offese.
  5. Gli ultimi anni sono cronaca. Ognuno può usare i propri ricordi per farne un compendio. Ma su una cosa, chi finisce di leggere il libro, sarà stimolato a riflettere: a Perugia, e a tanta Umbria, oggi manca sopra ogni casa un progetto, una prospettiva, un percorso da intraprendere con o senza partecipazione, un’identità nuova o da recuperare, a seconda di come la si guardi. I due rettori (il nuovissimo e molto atteso Massimiliano Marianelli a Unipg e Valerio De Cesaris, e chi lo sostituirà tra breve, a Unistra) sono alla guida delle due istituzioni che possono indicare la strada, avendo la forza per percorrerla. A questa città serve una luce sul far della sera. Ricominciamo da Gallenga e Lupattelli?

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