di Marco Brunacci
PERUGIA – Fine anno col botto. I nuovi governi dell’Umbria chiudono con l’inizio della campagna contro la stangata delle tasse decisa dalla Giunta Proietti mesi fa e che adesso si materializza sui cedolini dei soliti noti, il ceto medio onesto, pensionati e lavoratori dipendenti quasi in esclusiva.
A fine gennaio tutti avranno contezza di cosa significa vivere in una regione che ha aggiunto un’addizionale da 184 milioni in tre anni.
Il capogruppo della Lega in Regione, Melasecche (qui di seguito la sua nota) sottolinea come vengano trattati da ricchi tutti coloro che hanno una professione che prevede una qualche preparazione e responsabilità.
Il 2026 inizia quindi nel segno della battaglia delle tasse, con una raccolta firme contro la decisione della Giunta Proietti, che è attesa nelle prossime due settimane.
Una raccolta firme che potrebbe aggregare mondi e sensibilità politiche insieme a quelle del centrodestra e creare un movimento vasto di opposizione in Umbria, con prospettive interessanti in vista di test elettorali.
La stangata delle tasse per ora interesserà il ceto medio, a stretto giro però toccherà alle fasce più deboli pagare gli effetti recessivi di questa manovra che non ha alcun fondamento.
Nell’altro nuovo governo umbro, quello perugino, c’è tensione dovuta alla visita di Hannoun a Perugia per il corteo del 27 settembre scorso, con la sindaca Ferdinandi in piazza.
L’opposizione reclama spiegazioni e massima chiarezza rispetto al rapporto con l’esponente palestinese arrestato con l’accusa di aver finanziato Hamas.
Ma non è solo il centrodestra ad agitarsi. Nel centrosinistra è sempre più conflittuale il rapporto tra il centro moderato e la parte con7 più simpatie antagoniste.
Una sorta di derby che a Perugia è sempre più evidente.
Nel 2026 che sta per iniziare le tensioni potrebbero diventare ancora più marcate. Magari partendo proprio dalle scelte fatte su Hannoun.
LA NOTA DI MELASECCHE
“Dalle prime simulazioni Inps e dalle buste paga di gennaio 2026 che lavoratori e pensionati umbri stanno consultando in questi giorni emerge con chiarezza l’impatto della stangata fiscale da 184 milioni di euro voluta dalla Giunta regionale guidata da Stefania Proietti”. Lo dichiara Enrico Melasecche, capogruppo della Lega all’Assemblea legislativa dell’Umbria.
“In queste settimane di fine anno – spiega Melasecche – incontro quotidianamente cittadini preoccupati e arrabbiati, che stanno verificando sul proprio profilo Inps o sul cedolino aziendale quanto peserà l’aumento dell’addizionale regionale Irpef. Lo sconcerto è diffuso e i social network sono pieni di segnalazioni che parlano di un raddoppio della trattenuta rispetto a gennaio 2025. Mi è stato riferito da più persone che l’incremento mensile viene paragonato a una sorta di multa ricorrente, destinata a protrarsi fino al 2028, con un impatto concreto su bilanci familiari già messi a dura prova dal costo della vita, dai mutui e dalle spese sanitarie. Il giorno della Vigilia di Natale ho incontrato un pensionato che percepisce circa 36 mila euro lordi annui: per lui l’aumento dell’addizionale regionale comporterà una riduzione complessiva delle competenze di circa 750 euro nei tre anni deliberati dalla Giunta Proietti. Una cifra tutt’altro che trascurabile, soprattutto se si considera che molti sono costretti sempre più spesso a rivolgersi alla sanità privata perché il Cup non è in grado di garantire nemmeno una data a distanza di mesi, neppure a costo di spostarsi di chilometri rispetto al domicilio. Un altro cittadino mi ha raccontato di dover sostenere, oltre all’aumento dell’Irpef regionale, anche costi sanitari privati per almeno 150 euro a prestazione. È evidente che questa pressione fiscale non tiene conto delle condizioni reali di vita delle persone. Ho incontrato anche pensionati che, pur percependo circa 1.800 euro al mese, si vedono ridurre il reddito disponibile a poco più di 1.500 euro a causa di prestiti personali o rate per l’acquisto dell’auto, senza che l’addizionale incrementata consideri minimamente queste situazioni. Mi chiedo se la presidente Proietti consideri davvero ‘ricchi’ questi cittadini”.
“C’è poi – prosegue il consigliere di opposizione – chi ricorda le promesse fatte in campagna elettorale, come quella di un presunto abbuono di 150 euro per i redditi sopra i 28 mila euro che avrebbe annullato gli effetti della stangata. Ma le buste paga di gennaio raccontano una realtà completamente diversa. Dopo un anno e mezzo di promesse disattese sulle liste d’attesa sanitarie e sui grandi progetti infrastrutturali, è difficile credere anche alle dichiarazioni secondo cui l’aumento potrebbe essere ridotto se nei prossimi tre anni crescesse il reddito degli umbri. È legittimo domandarsi chi possa credere che nel 2029 questa stangata non venga rinnovata, rendendo definitivo un aumento che già oggi colloca l’Umbria tra le regioni con la pressione fiscale più alta d’Italia. A pagare saranno non solo lavoratori e pensionati del ceto medio, con redditi tra i 40 e i 50 mila euro lordi, che perderanno diverse migliaia di euro nel triennio – evidenzia il capogruppo della Lega – ma anche professionisti, medici, funzionari, quadri intermedi e dirigenti che, dopo aver già visto erodere quasi il 50% del valore reale del proprio reddito negli ultimi vent’anni, subiranno ulteriori prelievi per 5 mila euro e oltre. Come Giunta di Centrodestra, nel quinquennio 2019/2024, pur migliorando non poco le prestazioni dei servizi alle famiglie e il sostegno alle imprese, merito riconosciuto pubblicamente da vari rappresentanti di categoria, non abbiamo aumentato di un solo euro il carico fiscale regionale, ricorrendo alla lotta agli sprechi, alla riduzione dei premi di produttività ai dirigenti quando i risultati non c’erano, contrattando con le banche piani di rientro da debiti assurdi che producevano a loro volta interessi ragguardevoli, riducendo sia il numero delle partecipate che in parte il personale non necessario della Regione e delle partecipate, che veniva assunto negli anni talvolta per ragioni partitiche e che oggi la Proietti dichiara di voler di nuovo aumentare piuttosto che gratificare chi già lavora in base al merito riconosciuto e misurabile”.
“L’attuale maggioranza di sinistra – conclude Melasecche – ha scelto la strada opposta: aumentare le tasse invece di riformare la macchina regionale. ‘Non metterò mai le mani nelle vostre tasche’ è una promessa elettorale tradita. E a giudicare dalle buste paga di gennaio, gli umbri lo hanno già capito”.


