Ricostruzione post terremoto Pierantonio-Sant’Orfeto, prorogati i termini

Le date

PERUGIA – Via libera dalla Cabina di coordinamento alla proroga dei termini per la ricostruzione pubblica e privata nei territori delle Marche e dell’Umbria colpiti dagli eventi sismici del 9 novembre 2022 tra Ancona, Pesaro e Fano e del 9 marzo 2023 tra Umbertide, Perugia e Gubbio. Con la nuova ordinanza commissariale vengono estesi i tempi per consentire a cittadini, enti locali e stazioni appaltanti di completare correttamente le procedure senza rallentare l’avvio degli interventi. Per la ricostruzione privata, il termine per la presentazione delle manifestazioni di volontà a ricostruire e delle domande di valutazione preventiva agli Uffici speciali per la ricostruzione viene prorogato al 31 marzo 2026. Una scelta che tiene conto della necessità di dare più tempo ai proprietari per avviare i percorsi di ricostruzione e agli USR per gestire in modo ordinato l’istruttoria delle pratiche. Sul fronte della ricostruzione pubblica, la proroga riguarda il regime transitorio sulle qualificazioni delle stazioni appaltanti e la sospensione di alcuni obblighi previsti dal Codice dei contratti pubblici. In particolare, fino al 31 dicembre 2026 resta sospeso l’obbligo di qualificazione per la fase di esecuzione dei contratti e, per gli USR di Marche e Umbria, anche per le fasi di progettazione e affidamento. Inoltre, slitta al 31 marzo 2026 il termine per la trasmissione agli USR dei documenti di indirizzo alla progettazione (DIP) relativi agli interventi di ricostruzione pubblica. «Queste proroghe non sono un rinvio fine a sé stesso, ma uno strumento operativo per evitare blocchi e rallentamenti – spiega il Commissario straordinario alla ricostruzione Guido Castelli –. L’obiettivo è garantire continuità, dare certezze ai cittadini e agli enti locali e mettere tutti nelle condizioni di partire con cantieri ben impostati, senza inciampi burocratici. È lo stesso metodo che ha consentito alla ricostruzione del 2016 di accelerare: regole chiare, tempi realistici e una struttura ormai rodata». Contestualmente si introduce una modifica al sostegno abitativo per le famiglie colpite, estendendo ai terremotati degli eventi sismici del 2022 e del 2023 il Contributo per il Disagio Abitativo (CDA), già previsto per il sisma del 2016. A partire dal primo gennaio 2026 il Contributo di Autonoma Sistemazione (CAS) sarà sostituito dal Contributo per il Disagio Abitativo (CDA) destinato ai nuclei familiari la cui abitazione principale sia stata distrutta o gravemente danneggiata in conseguenza degli eventi sismici del 2022 e 2023 e che si impegneranno a manifestare la volontà a ricostruire secondo i termini previsti. Si precisa che il CDA non sarà riconosciuto a coloro che, alla data degli eventi sismici del 2022 o del 2023, dimoravano in un’unità immobiliare condotta in locazione, con esclusione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica. «Con l’estensione del Contributo per il Disagio Abitativo ai territori colpiti dai sismi del 2022 e del 2023 garantiamo continuità al sostegno alle famiglie che hanno perso la casa. È la stessa misura già prevista per il sisma del 2016 e consente di evitare interruzioni nel percorso di assistenza abitativa, assicurando uniformità di trattamento e certezze a chi è stato colpito da eventi sismici diversi ma con gli stessi effetti sulla vita delle persone», conclude il Commissario straordinario alla ricostruzione, Guido Castelli.

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