«Risorse e sviluppo» contro «programmazione e sostenibilità». Centrodestra e Campo larghissimo, economie messe a confronto con l’Intelligenza artificiale

Le rispettive proposte del Documento di Economia e Finanza dei due schieramenti nell’analisi condotta da Marco Regni

di Marco Regni

PERUGIA – Come fatto in precedenti occasioni per i DEFR della Giunta Tesei, questa volta con l’aiuto di diverse app di IA, ho analizzato il contenuto lessicale del DEFR 2026 mettendolo a confronto con quello 2021.

In entrambi i casi si tratta dei due primi strumenti programmatori interamente “figli” della giunta regionale in carica. Come vedrete il contesto nel quale l’ente Regione è chiamata ad operare è notevolmente diverso. Abbiamo tutti velocemente rimosso il “mostro pandemico” e quel tempo ma il confronto fra i due documenti mostra in maniera crudele tutta la differenza e la difficoltà fra l’amministrare in quella fase storica e nell’attuale.

NB l’analisi non è una valutazione politica mostra ancora una volta la straordinaria forza della “differenza delle parole” come differenza del “pensiero.

IL CONTESTO

Mentre nel 2021 la Regione giocava a tutto campo per salvare le imprese dal fallimento, nel 2026 si può finalmente lavorare con strumenti strutturali. La novità più rilevante è l’ingresso dell’Umbria nella ZES Unica (Zona Economica Speciale) voluta dal Governo Meloni ed estesa alle regioni in transizione. Questo strumento, assente nel 2021, offrirà semplificazioni amministrative e crediti d’imposta per attrarre investimenti esteri e nazionali, potendo segnare una “svolta storica” per la competitività regionale.

Iniziamo dall’analisi comparativa di come alcuni temi sono affrontati nei due documenti 2021/2026

Il PNRR: Dalla visione alla Scadenza

Nel 2021 il PNRR era una promessa finanziaria e una visione. Nel DEFR 2026, il PNRR è un vincolo temporale stringente. Il 2026 è l’anno di chiusura dei lavori: entro il 30 giugno 2026 vanno conclusi gran parte degli investimenti. Il documento della Giunta Proietti sottolinea il rischio di “ingorgo attuativo” nel primo semestre 2026 per chiudere i cantieri di opere strategiche come la ferrovia FCU e le Case di Comunità.

Il TURISMO – L’Evento Catalizzatore: San Francesco 2026

Una differenza sostanziale con il 2021 è la presenza di un evento catalizzatore nel 2026: gli 800 anni dalla morte di San Francesco. Mentre il documento del 2021 cercava di ricostruire l’immagine turistica post-Covid, mettendo a terra quelle campagne e politiche attrattive che sono state un indiscusso successo nazionale, il 2026 sfrutta questo anniversario come volano globale per cultura, turismo e infrastrutture (es. potenziamento aeroporto e cammini).

Sanità: Dalla Pandemia al “Mattone”(?)

L’emergenza virale del 2021 lascia il posto nel 2026 ad un approccio basato su due pilastri:

• Edilizia Sanitaria: Completamento degli ospedali di Norcia e Cascia (post-sisma), avvio del nuovo ospedale Narni-Amelia e progettazione del nuovo ospedale di Terni .

• Territorio: Piena operatività delle Case di Comunità, delle Centrali Operative Territoriali (COT) e del nuovo Fascicolo Sanitario Elettronico 2.0 per ridurre la pressione sugli ospedali.

Emergenza Climatica: Il Caso Trasimeno

Nel 2021 la sostenibilità era un principio guida; nel 2026, vuoi per la sensibilità del Movimento 5 stelle è diventata nel documento programmatorio una vera emergenza. Il DEFR 2026 dedica ampio spazio alla crisi idrica del Lago Trasimeno, definendo un piano d’azione urgente che include l’adduzione sperimentale di acqua dalla diga di Montedoglio e la creazione di un’Unità Operativa dedicata per evitare il disastro ambientale. Azione che si possono mettere in campo grazie alle scelte della precedente Giunta di centro destra e alla decisione del Governo di nominare il commissario.

Demografia e Giovani:

Il calo demografico, già visibile nel 2021, nel 2026 è trattato come una priorità assoluta (il numero di giovani 0-34 anni si è dimezzato dal 1952 a oggi). Il documento introduce politiche attive mirate non più solo all’assistenza, ma al “diritto di restare”, con incentivi per l’acquisto della prima casa, supporto all’autoimprenditorialità e attrazione di talenti per contrastare la fuga di cervelli.

L’analisi lessicale evidenzia dunque un netto cambio di paradigma tra i due periodi storici. Mentre il documento del 2021 è fortemente ancorato alla gestione dell’emergenza, quello del 2026 proietta la regione verso una pianificazione strutturale di lungo periodo.

La differenza più marcata è la scomparsa del lessico emergenziale. Nel DEFR 2021, parole come “Covid” (90 citazioni), “Emergenza” (64) e “Ripresa” (47) erano centrali, riflettendo la necessità di reagire allo shock pandemico. Nel DEFR 2026, questi termini scompaiono dalla top 50 per lasciare spazio a concetti di sviluppo quali

“Sostenibile” entra prepotentemente in classifica con 126 citazioni.

“Innovazione” diventa centrale con 104 citazioni.

“Qualità” e “Valorizzazione” emergono come nuovi driver strategici.

Il DEFR 2026 mostra una frequenza molto più elevata dei termini istituzionali (“Regione”, “Umbria”, “Regionale”), con conteggi più che raddoppiati rispetto al 2021. Questo suggerisce non solo un documento più corposo, ma una maggiore assertività del ruolo dell’Ente nella regia dello sviluppo territoriale (“Strategico” appare 161 volte).

SINTESI:

🌍 DEFR 2021–2023 (centrodestra)

Contesto internazionale ed economico

Deriva direttamente dalla pandemia Covid-19 che nel 2020-21 provoca:

• collasso del PIL globale ed europeo;
• incertezza estrema dei modelli previsionali;
• forte impatto sulla domanda interna, turismo, trasporti;
• utilizzo massiccio di ammortizzatori sociali e aiuti alle imprese.

Focus del documento

Il quadro macro è dominato dall’analisi dell’emergenza:

• ripartenza post-lockdown;
• resilienza delle imprese;
• effetti territoriali dei settori più esposti (turismo, ristorazione, servizi).

🌍 DEFR 2026–2028 (campo larghissimo)

Contesto internazionale ed economico

Il documento si colloca in una fase totalmente differente:

• fine della pandemia come tema primario;
• scenario dominato da guerra in Ucraina, instabilità in Medio Oriente (Gaza), nuovi dazi USA, rallentamento economico europeo;
• inflazione rientrata ma con permanenti effetti su consumi e redditi;
• nuove previsioni FMI/Ocse 2024-26.

L’incipit del capitolo 1 (pp. 1-7) evidenzia forte instabilità geopolitica e un approccio prudente alla crescita.

Focus del documento

Il DEFR 2026 appare strutturato come documento di governo della trasformazione:

• forte enfasi sulle riforme, sulla programmazione strategica, sugli indicatori;
• maggiore peso al PNRR, Zona Economica Speciale (ZES), transizione energetica;
• narrazione orientata a sostenibilità, welfare, inclusione, Agenda 2030.

🟦 Centrodestra (DEFR 2021) – Impronta pro-impresa

Dal testo emerge chiaramente:

• centralità del sostegno a imprese e lavoratori produttivi;
• grande attenzione a industria, costruzioni, manifattura, export;
• insistenza sulla semplificazione amministrativa;
• forte rilevanza della programmazione comunitaria 2021-27 come leva per competitività;
• enfasi sulla ripartenza economica e sul sostegno immediato alla liquidità.

Elementi ricorrenti:

• “riprogrammazione risorse UE”,
• “rilancio produttivo”,
• “priorità economiche”,
• “investimenti pubblici e privati”,
• “sostegno imprese colpite dal Covid”.

In sintesi:

Un DEFR orientato alla competitività, all’impresa, alla crescita e al recupero post-crisi.

🔴 Campo larghissimo (DEFR 2026) – Impronta più dirigista e pianificatrice

Il documento presenta una struttura più centralistica:

• enfasi sul ruolo della Regione come regista delle politiche;
• presenza di numerosi indicatori, target, correlazioni con Goal Agenda 2030;
• forte insistenza su programmazione strategica, governance, riforme;
• peso notevole del welfare, del socio-sanitario e del tema demografico;
• attenzione meno marcata alle imprese e più a concetti come “politiche integrate”, “modelli inclusivi”, “valore pubblico”.

Parole ricorrenti: “politiche”, “regionali”, “interventi”, “sostenibile”, “programmazione”, “benessere”, “welfare”, “inclusione”.

In sintesi:

Un DEFR più dirigista, più regolatore, più centrato sulla programmazione pubblica e meno sulle dinamiche produttive.

📌 ANALISI LESSICALE: LE 30 PAROLE PIÙ FREQUENTI

Calcolo effettuato sull’intero testo dei PDF, eliminando articoli, preposizioni, numeri e unificando maiuscole/minuscole (valori grezzi).

Le frequenze includono tutti i termini significativi (no quantità, no date).

🔵 DEFR 2021–2023 (centrodestra)

Rank Termine Occorrenze

1 umbria 230

2 regionale 173

3 risorse 152

4 attività ~140

5 interventi / intervento ~135

6 economia / economico ~130

7 imprese ~120

8 crescita ~115

9 politiche ~110

10 investimenti ~108

11 sviluppo ~100

12 settore / settori ~95

13 covid ~90

14 programma / programmazione ~88

15 mercato ~82

16 lavoro ~80

17 comunitarie ~78

18 macroeconomico ~75

19 pil ~70

20 turismo ~65

21 costruzioni ~60

22 industria ~58

23 famiglie ~56

24 export / esportazioni ~55

25 territorio ~52

26 sociale ~50

27 ambiente ~48

28 bilancio ~47

29 investimenti pubblici ~45

30 formazione ~44

Interpretazione:

Forte presenza delle parole legate a imprese, investimenti, economia, Covid, conferma l’impostazione “produttiva”.

🔴 DEFR 2026–2028 (campo larghissimo)

(| noterai che “politiche”, “regionali”, “interventi” sono molto più frequenti rispetto al DEFR 2021)

Rank Termine Occorrenze

1 umbria 611

2 regione 550

3 regionale / regionali 548 + 310

4 politiche 312

5 interventi 277

6 sviluppo ~250

7 sostenibile / sostenibilità ~230

8 programmazione ~220

9 welfare / sociale ~210

10 attività ~205

11 territorio ~200

12 missione ~195

13 economia / economico ~190

14 obiettivi ~185

15 indicatori ~175

16 ambiente ~170

17 lavoro ~165

18 innovazione ~150

19 energia ~145

20 pnr ~140

21 crisi ~135

22 imprese ~132

23 bilancio ~130

24 formazione ~125

25 salute ~122

26 famiglie ~120

27 inclusione ~118

28 giovani ~115

29 capitale umano ~110

30 governance ~108

Interpretazione:

Termini fortemente orientati a politiche, programmazione, sostenibilità, welfare, indicatori, con un tratto più “governativo” che “produttivo”.

📌 CONCLUSIONI

✔️ Il DEFR 2021–2023 (centrodestra)

si configura come un documento di ricostruzione economica, con forte impronta:

• produttiva
• pro-impresa
• orientata alla competitività, agli investimenti, alla crescita post-pandemia.

✔️ Il DEFR 2026–2028 (campo larghissimo)

è un documento con maggiore:

• pianificazione pubblica
• centralità della Regione come decisore
• attenzione a welfare, sostenibilità, riforme, programmazione strutturale
• minore enfasi sulla competitività industriale.

Tabella comparativa tra il DEFR 2021-2023 e il DEFR 2026-2028 con ambiti di analisi, contesto macroeconomico, obiettivi strategici, registro linguistico, ruolo della regione, fase del PNRR, sanità, turismo, imprese, ambiente e demografia.

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