«Si chiude un Anno Santo, ma le porte delle nostre famiglie non vengono mai chiuse»

Celebrata la chiusura del Giubileo nell’arcidiocesi di Perugia

PERUGIA – A Perugia, domenica 28 dicembre, Festa della Santa Famiglia, l’arcivescovo Ivan Maffeis ha chiuso in diocesi il Giubileo della Speranza con la celebrazione eucaristica animata dall’equipe della Pastorale familiare, presso la chiesa parrocchiale giubilare del quartiere di San Sisto intitolata alla Santa Famiglia di Nazareth.

Nell’omelia, monsignor Maffeis ha esordito dicendo: «Si chiudono i battenti delle Porte Sante, termina un Anno Santo, quel Giubileo dedicato alla speranza, che in tappe successive ci visti recarci pellegrini a Roma – prima con gli adolescenti, poi con i giovani, infine con le famiglie – come pure nelle chiese giubilari della nostra diocesi, fra cui questa bella chiesa parrocchiale di San Sisto».
«La coincidenza della conclusione dell’Anno Santo con la festa della Santa Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe – ha proseguito – mi fa pensare – con consolazione – che, in realtà, c’è un luogo dove la porta non viene mai chiusa: e questo luogo è rappresentato dalle nostre famiglie». Forse, è stato proprio pensando a questo che, in occasione della festa dell’Immacolata, Papa Leone ha auspicato: «Dopo le porte sante, si aprano ora altre porte di case e oasi di pace in cui rifiorisca la dignità, si educhi alla non violenza, si impari l’arte della riconciliazione”. È proprio così. Ciò che siamo – a partire dal nostro sguardo sulle cose della vita – rimane debitore di quanto abbiamo respirato in famiglia: con le sue fragilità e le sue ferite, è la risorsa in cui trova casa il bisogno di ricevere e dare affetto, il luogo in cui ci si educa a stare insieme, ad accogliersi e a perdonarsi».
Avviandosi alla conclusione, l’arcivescovo ha avuto parole di apprezzamento per i rappresentati delle istituzioni che riconoscono l’importanza sociale della famiglia: “Grazie a quegli amministratori e a quei politici che non confinano la famiglia nella sfera del privato, ma si impegnano per riconoscerle piena cittadinanza, assicurandole la qualità dei servizi, l’attenzione ad agevolare la conciliazione dei tempi della casa con quelli del lavoro, un sistema fiscale che non penalizzi chi ha figli e riconosca il valore sociale della famiglia”.
«Celebriamo oggi due eventi fondamentali, due parole che non devono mai essere separate, Famiglia e Speranza, l’una dall’altra». Hanno auspicato nell’introduzione alla celebrazione, mentre facevano ingresso i figuranti della Natività accompagnati dagli zampognari, i responsabili della Pastorale familiare, i coniugi Roberta e Luca Convito e don Lorenzo Marazzani Visconti. «Sono due eventi celebrati dalla comunità diocesana per i quali, a San Sisto – hanno precisato gli stessi responsabili – anche i ragazzi del “campo invernale” della parrocchia hanno posticipato la loro partenza per vivere tutti insieme questo momento facendo prezioso tesoro di quanto la Santa Famiglia di Nazareth, che ha attraversato prove e dolori, viene ancora ad annunciare, dopo duemila anni, la certezza che Dio cammina con noi ogni giorno e che la vera Speranza nasce proprio nel focolare della famiglia, dove ci si ama nonostante le fragilità, ci si perdona, si riparte».

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