L’analisi di Elmo Mannarino, ex direttore della clinica medica dell’Università di Perugia
di Elmo Mannarino
PERUGIA – La popolazione del nostro Paese è notevolmente preoccupata per la sicurezza dei vaccini anti-coronavirus. Molte delle preoccupazioni derivano da una incompleta ed emozionale comunicazione scientifica.
Non esiste farmaco attivo, cioè capace di modificare l’omeostasi dell’organismo, senza possibili dannosi effetti collaterali o indesiderati. Basta pensare al numero di morti annualmente causati dall’aspirina o agli shock anafilattici da antibiotici di uso comune. Questi fenomeni e le decisioni sanitarie conseguenti vanno giudicati non con le emozioni, ma con la statistica sanitaria, che inevitabilmente deve tenere conto del rapporto rischio/beneficio di un farmaco.In questo si stanno dimostrando, come sempre, maestri del metodo di analisi e di interpretazione dei dati clinici e farmacologici gli inglesi. Gli effetti devastanti di una comunicazione medica maldestra soprattutto in questo momento tragico sono sotto gli occhi di tutti. Una buona notizia è quella di avere finalmente un comitato tecnico-scientifico che può avvalersi di
persone selezionate sulla base di specifiche competenze e meriti. La funzione di un comitato tecnico-scientifico dovrebbe essere essenzialmente quella di supporto tecnico al decisore politico, non quella di andare a procurarsi visibilità e consenso in televisione, spesso anche in contraddizione con le opinioni espresse dagli altri componenti. A mio avviso gli esperti di riferimento dovrebbero interloquire esclusivamente con l’autorità ministeriale e governativa. Mi sembra che le scelte di Draghi vadano in questa direzione.
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