di Angelo Drusiani
PERUGIA – Prescindiamo da quanto è emerso recentemente in materia di superbonus 110% che ha caratterizzato il recente anno 2021 in campo edilizio. Cerchiamo nelle pieghe dei numeri, non ancora definitivi, qual è stato il contributo di questa scelta all’incremento del prodotto interno lordo italiano nello scorso anno.
Il fatturato sarebbe stato di poco inferiore ai 16 miliardi di euro e l’attività si è avvalsa di circa 120mila posti di lavoro in più. Situazione, quest’ultima, che non è piaciuta al Ministro dello sviluppo economico, perché una parte consistente dei nuovi posti di lavoro è stato forse sottratta alle altre attività che caratterizzano l’economia del nostro Paese. Una parte non trascurabile delle suddette attività occupa posizioni di primo piano in campo internazionale. Basti pensare a quante aziende risultano essere “leader” mondiali nel loro settore!
Il valore aggiunto dall’attività effettuata grazie alla presenza del superbonus edilizio è stimato in 8,5 miliardi di euro, a fronte di minori entrate per le casse statali di circa 6 miliardi di euro.
Che il patrimonio immobiliare del nostro Paese necessitasse di ristrutturazioni e di risistemazioni è fuori di dubbio, alla luce della vetustà di molte costruzioni. Non sono migliorati solo i componenti dei materiali utilizzati in questa occasione, ma anche le tecniche degli interventi e l’attenzione posta nel portare a compimento i lavori eseguiti.
Un successo? Certamente sì, alla luce dei dati riportati. Ma anche per i miglioramenti che, per molte non recenti costruzioni, sono stati apportati.
Sarà quasi certamente esportabile ad altri settori, in ottica delle attività che, in accordo con l’Unione Europea, il nostro Paese dovrebbe porre in essere nei prossimi anni. Di campi in cui intervenire ve ne sono moltissimi ed elencarli sarebbe inutile.
Inutile, perché ciò che conta è il desiderio di ammodernare un Paese che, per lungo tempo, ha vissuto in parte sul turismo, ma con interventi non sufficienti a rendere Musei ancora più attraenti di quanto già lo siano. La pandemia ancora oggi presente nel nostro, come in altri Paesi, ha sensibilmente ridotto la presenza di visitatori d’oltre frontiera. Situazione, peraltro, che si sta manifestano un poco ovunque. Con parte delle compagnie aeree in difficoltà.
Il futuro elettrico del settore automobilistico, l’alta velocità dei treni in altre parti del Paese: queste ed altre opportunità possono prescindere dal superbonus, ma contribuiranno alla modernizzazione ulteriore del Paese. Non solo nell’Italia settentrionale che, per chi dovesse dimenticarsene, finisce in Emilia-Romagna. Ma ovunque.
Non sarà, in prospettiva, la prima e vera riunificazione di una nazione che ha convissuto, fino ad ora, con una doppia velocità? Altro che superbonus! Saremmo al cospetto di strategie da “superman”, se così fosse.
Ma siamo pratici. Non viviamo di sogni. Anche se oggi, proprio oggi, lontano fisicamente, un’atleta straordinaria ha ottenuto un eccezionale risultato alle Olimpiadi della neve in Cina.
Sognare, ogni tanto, si può. Perché, come diceva Modugno, “E volavo, volavo felice più in alto del sole. Ed ancora più su…”
L’intervista a Simone Monotti, presidente dell’Ordine degli ingegneri della provincia di Terni


