Checco, la sinistra del Pci e quell’augurio di incartare le caramelle della Perugina

Il ricordo di Leonardo Caponi su Francesco Mandarini. Oggi i funerali

di Leonardo Caponi

Nel mio libro recente “Piazza della Repubblica 71, personaggi e fatti del vecchio Pci” ho dedicato a Francesco Mandarini (recentemente scomparso) il seguente ritratto.

«Sembrerà strano ma parlare di Francesco Mandarini mi suscita, prima di tutto, il bel ricordo del bar Turreno e dei suoi protagonisti dei primi anni ’70 che mi è rimasto nel cuore. Mandarini è un quadro politico di fabbrica, borgaiolo della mitica via del Bulagaio, Porta S. Angelo Perugia, che ha studiato da solo ed è assurto, proseguendo nella tradizione del Pci di quell’epoca, ai massimi vertici istituzionali dell’Umbria. “Checco”, come lo chiamano i compagni e gli amici più vicini, si è sempre collocato nella sinistra del Partito; è stato uno dei capi ingraiani. Amico di Ilvano Rasimelli, vantava un sodalizio particolare col gruppo perugino del Manifesto, oggi Micropolis, un originale aggregato del capoluogo umbro che, in un rapporto di autonomia col giornale, lo anticipò e che, nel corso degli anni, pur con mutazioni, è rimasto sempre lo stesso. Francesco oggi è uno dei più attivi redattori della testata di Micropolis, allegato al Manifesto, di cui è stato amministratore nazionale. Mandarini, proposto da Gino Galli, venuto a sostituire Lello Rossi nell’incarico di Segretario regionale, fu eletto Segretario della Federazione al posto di Giampaolo Bartolini, reduce dalla non brillante esperienza di una Segreteria, della quale feci parte anch’io giovincello, sballottata dai conflitti interni del Partito. Si approcciò al difficile incarico, stretto da scontri nazionali e locali, con spirito di equilibrio che impose ad una indole non propriamente conciliante e ad uno spirito giacobino che, in prima istanza si mostrava prepotente salvo poi a mitigarsi in successiva riflessione. Detenne una direzione politica forte, fu contrario al Compromesso Storico, riuscendo a convivere e mediare con i berlingueriani e soprattutto con i miglioristi. Francesco è un caratteriale, ma (questa è la mia opinione) anche una persona timida e riservata, dietro alla scorza di scontrosità. Devo ringraziarlo per molte cose nel rapporto che ha avuto con me. Mi spedì a fare il Segretario del comprensorio del Trasimeno, esperienza che fu fondamentale per la mia formazione politica e (di questo lo ringrazio un po’ meno ah…ah…ah) a fare il Commissario politico in varie situazioni di crisi del Partito. Mandarini, pur potendo essere considerato un innovatore nella politica e anche, credo, nei modelli di vita e nei gusti personali, ha svolto il suo compito essendo legato ai valori ed ai principi del vecchio Partito. Riconosce e giudica i meriti delle persone, promuove in base ad essi. Una volta, a metà del corridoio della Federazione in Piazza della Repubblica, davanti alla porta del bagno dalla quale stavo uscendo, incontrò Pampanelli che lo apostrofò con delle critiche al Partito sulle vicende della Perugina. Ne seguì una lite furibonda, con toni ho sempre pensato volutamente esagerati, al termine della quale Mandarini disse a Pampi: “Se non te levi dalle p.., te do ‘n cazzotto!”. “Ah, tu me dè ‘n cazzotto?! – rispose Augusto, paonazzo in volto e con la giugulare ingrossata come il dito pollice, agitandogli sul muso tre dita della mano destra – E allora io l’sé che fò? Te n’ardò tre!”. Un’altra volta, poco prima dell’inizio della riunione del Comitato Federale, si affacciò sulla porta del suo ufficio, che aveva lasciata aperta, un radioso Biagetti, vecchio e mitico compagno di Assisi. “Segretario – gli disse Biagetti sorridente – me s’è dì perché, da ‘n po’ de volte n’marrivano più gli inviti al Comitato Federale?”. Risposta incazzata che sento da fuori: “E miga fò ‘l postino, Biagetti!”. Ma la cosa più bella di Mandarini fu la rivincita che ebbe su un suo detrattore (credo dipendente della Regione) che, commentando la sua candidatura, disse: “Manderini? Manderini ha d’artornà a ‘incartà le caramelle a la Perugina!”. Mai malaugurio fu più fortunato».

L’ultimo saluto a Francesco Mandarini è previsto per oggi, giovedì 17 marzo, alle 15 nella Sala del commiato di San Sisto in via Donizetti.

Leonardo Caponi

operatori_Abbazia di San Felice

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