L’Istituto Beata Margherita di Città di Castello. Tra storia e memoria, mostra prorogata

L’appuntamento del Museo Diocesano

Si.Sa.

CITTÀ DI CASTELLO (Perugia) – Il Museo Diocesano e la Tipografia “Grifani-Donati” di Città di Castello comunicano la proroga fino a domenica 30 aprile prossimo delle due mostre documentarie e fotografiche dal titolo “L’Istituto Beata Margherita di Città di Castello. Tra storia e memoria”, allestite nella Sala documentaria del Museo in piazza Gabriotti e presso la sede della Tipografia in Corso Cavour.

Le esposizioni, inaugurate venerdì 25 febbraio scorso hanno come finalità quella di ricordare i momenti più significati della storia dell’Istituto dalla sua nascita avvenuta il 4 ottobre 1919 fino alla sua chiusura nel 1999. Gli orari di apertura sono i seguenti: 10.00, 13.00 e 15.30, 17.30; chiuse il lunedì, con ingresso gratuito e accessibili tramite super green pass. In occasione dell’inaugurazione delle mostre è stato presentato un video realizzato da Maria Vittoria Lensi e Alberto Maria Ottaviani che raccoglie alcune significative testimonianze della storia dell’Istituto e che si può vedere su Youtube nel sito wwwdiocesidicastello.it. La Diocesi, precisa Catia Cecchetti, ha inteso così ricordare l’impegno caritativo dell’Istituto durato ben 80 anni sotto la protezione della Beata Margherita oggi Santa e guidato dalle Suore Serve di Maria di Maria Riparatrici in aiuto dei non vedenti provenienti da tutta Italia, con la finalità di garantire loro sostegno e accoglienza ma anche inserimento sociale e professionale. Il video ricorda alcune delle figure fondamentali grazie alle quali l’Istituto è nato e si è nel tempo dotato di tutte le necessarie strutture e attrezzature per l’accoglienza e la formazione fino alla
Scuola Media Interna e la Scuola delle centraliniste telefoniche dell’Istituto professionale di Stato “F. Cavallotti”: il suo fondatore il Canonico Giacinto Faeti ma anche i suoi instancabili successori, il Canonico prof. Don Enrico Giovagnoli e Mons. Vincenzo Pieggi fino ad arrivare a tempi più recenti ai sacerdoti, le madri superiore, ma anche le insegnanti, gli educatori e i volontari tutti.

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