M.F.
TERNI – Corsi e convegni per attivare sul territorio un percorso socioeducativo per sanare, riattivare e valorizzare le relazioni interpersonali. Presentato nella sala consiliare di Palazzo Spada il progetto “Rel-azioni” del Centro per la famiglia Amoris Laetitia che rientra nel bando finanziato dalla Fondazione Carit. La mission del progetto è quella di fornire al territorio una serie di strumenti e opportunità per attivare percorsi socioeducativi, per innescare meccanismi di evoluzione nelle persone. Si tratta di corsi per una ventina di persone, che si terranno in un locale di via Galleria nuova (zona piazza della Repubblica) e convegni aperti al pubblico in diversi spazi dove l’associazione tratterà i temi riguardanti le dinamiche che possono nascere all’interno delle relazioni.
«L’idea del progetto nasce nel periodo post pandemico – ha affermato Bruno Spina, presidente dell’Amoris Laetitia – perché proprio la pandemia ha acceso una lampadina sulla fragilità. Questo è un percorso per dare supporto alle persone in difficoltà». Nata nel 2016, l’associazione Centro per la famiglia Amoris Laetitia, promossa dalla Diocesi di Terni-Narni-Amelia, si pone come scopo primario la promozione, la tutela e l’accompagnamento della singola persona, della coppia e della famiglia, incoraggiandone la solidarietà intergenerazionale e promuovendo tutte le condizioni per il loro pieno sviluppo.
Presente nella sala consiliare anche Cristiano Ceccotti, assessore comunale al welfare: «Durante la pandemia le associazioni hanno saputo cogliere e rimodulare i servizi senza mai interromperli. Il sistema welfare non si regge solo su quello statale, ma ha bisogno di tutti i soggetti che cercano di valorizzare la comunità. I dati sulla bassa natalità di Terni pongono delle riflessioni. Quest’anno come amministrazione partiranno interventi per le famiglie di salvaguardare i disagi, tra i quali anche il progetto “baby newsletter”, che accompagnerà in nuovi e le proprie famiglie nel percorso di genitorialità. C’è bisogno di aiutare il più possibile i conflitti all’interno delle famiglie. La pandemia ha posto al centro il tema dell’isolamento sociale, con le persone che hanno perso l’abitudine a frequentare i luoghi di incontro. Ecco, occorre spronare invece le persone all’incontro e alla condivisione».



