TERNI – A vedere le foto e a leggere i comunicati, il giorno dopo la visita di Bonaccini a Terni, si potrebbe fare questa sintesi: amore con il sindaco Latini, zuffa con i Cinquestelle.
Dietro immagini e parole si nascondono milioni di letture, compresa quella di un “semplice” saluto istituzionale tra il sindaco di Terni e il candidato alle primarie del Pd presente a palazzo Spada. Così come fonti bene informate rivelano che tra i vertici regionali di Pd e M5s, al termine della scazzottata ci sia stato un chiarimento. Troppo presto, comunque, per dire se su un fronte o sull’altro sia tornato il sereno.
Partiamo dalle strette di mano. Nel pomeriggio di venerdì, Bonaccini scortato da un folto gruppo di militanti entra a palazzo Spada per una iniziativa elettorale. Il sindaco fa gli onori di casa: una breve stretta di mano e un sorriso, gesti molto apprezzati dal governatore romagnolo. Molto meno dalla Lega, dove i duri e puri, pochi minuti dopo, iniziato a rumoreggiare: «Bonaccini non era in visita istituzionale, quindi il sindaco sarebbe dovuto rimanere nella propria stanza. Nessuna galanteria con un avversario politico che tale sarà alle amministrative del 2023».
Resta da capire quale sia il peso di queste critiche, visto anche che la Lega è ormai forza secondaria nella coalizione di centrodestra, che vedrà anche una gamba civica promossa dallo stesso sindaco Latini.
Veniamo alla “baruffa” Pd-M5s. Bonaccini, ad una domanda relativa ai rapporti con M5s e Azione, risponde che l’obiettivo di tutti dovrebbe essere quello di fare opposizione al governo del centrodestra e non al Pd. Tanto basta per far imbestialire i Cinquestelle di Terni, che inviano un comunicato nel quale sputano fiamme e fuoco nei confronti del segretario in pectore.
Per il M5s è doveroso contrapporsi «al Pd quando questo cerca di essere la brutta copia della peggiore destra, quella consociativa e affarista, liberista ma con i soldi pubblici, quella negazionista che devasta e avvelena i territori dichiarando guerra ai cittadini». «Quella che ha svenduto – evidenziano – il patrimonio e le società pubbliche. A noi una mano di vernice non basta».
I Cinquestelle, per la verità, dicono anche di voler «costruire solide alleanze quando queste rappresentano una forza progressista, socialista, ambientalista moderna, che mette al centro i diritti e gli interessi di tutti».
È proprio su queste parole che in serata si riapre il dialogo tra Pd e M5s. In ballo non c’è solo l’alleanza su Terni ma più complessivamente i rapporti tra due forze politiche che tra un anno (giugno 2024) si troveranno ad affrontare anche il nodo delle regionali. Se verrà sciolto insieme, si vedrà.


