Redazione Terni
TERNI – L’abbraccio davanti alla Fontana dello Zodiaco non è stato un gesto casuale. Sabato pomeriggio il sindaco uscente Leonardo Latini e quello che il centrodestra vorrebbe entrante, Orlando Masselli, si sono stretti la mano davanti alla fontana di piazza Tacito. E’ cos’ che è stata siglata l’unità del centrodestra. Non ci sono più divisioni, adesso. Anche dal punto di vista personale.
Fermo restando che dalle fonti di Umbria7 risulta che un litigio vero e proprio tra Latini e Masselli non ci sia mai stato. Il sindaco uscente ha sempre considerato l’origine dei suoi problemi il suo stesso partito: la Lega. Quantomeno la Lega di Terni.
Masselli, che a Natale era pronto a fare il vice di Latini, quando FdI si è fatto avanti forte del suo consenso elettorale, ha risposto «Presente».
Certo, non era scontato che Latini si spendesse in pubblico per il centrodestra. Non è un mistero che il sindaco uscente abbia detto a tutti i suoi interlocutori che lui ci teneva a fare ancora il primo cittadino.
Ma negli ultimi giorni Latini ha confidato che comunque non considera conclusa la sua esperienza in politica. È pur sempre “il bravo ragazzo”, il sindaco del cambiamento dopo il dissesto economico e politico del Pd. In sostanza tra un anno ci saranno le regionali e il nome Latini potrebbe tornare in ballo. Resta da capire con chi. Il clima nel Carroccio di Terni è teso.
La fuoriuscita dei “latinisti” Cristiano Ceccotti e Benedetta Salvati – due bomber della giunta Latini – ha acuito le tensioni.
La pace sotto il Segno dei Pesci è stata siglata davanti alla Fontana di Piazza Tacito che è il fiore all’occhiello della assessora ai Lavori Pubblici. Latini, per non lasciare spazio ad equivoci, il nome della Salvati lo ha fatto anche sabato pomeriggio.
Per la stretta di mano Masselli-Latini hanno lavorato i segretari regionali della coalizione, così come tutti gli esponenti del centrodestra ternano.
Il nemico è alle porte, Kenny o Bandecchi che sia, è le divisioni sono molto pericolose.
Perché il 14 e il 15 ci sono le comunali, poi eventualmente la composizione della giunta, e ancora dopo le regionali. Nel frattempo anche le nomine dei manager indicati dal sindaco. Fermo restando che gli ex amministratori, prima di indossare la maglia da manager, devono per legge rimanere al palo per due anni.


