di Carlo Favetti
SPOLETO (Perugia) – Dopo il giro dei condotti, il ponte e la imponente rocca, ammaliati dagli affreschi del Lippi alla cattedrale, ci soffermiamo sulla piazza dove sul muro laterale incastonato tra le pietre il simulacro del maestro Thomas Schipper, dove sempre una rosa è presente. La città dei duchi offre una quantita’ di edifici di culto e non, di grande qualita’ che vale la pena ammirare e scoprire. Al lato nord della piazza, troviamo la chiesa della Manna d ‘oro, inserita nel complesso del palazzo trecentesco detto della Signoria.
Ma i lavori destinati alla realizzazione del palazzo vennero meno, e quindi gli spazi destinati ad altre edificazioni. Nel 1419 venne edificata la Casa dell’opera del duomo. Il nipote di Sisto IV, Bartolomeo della Rovere nel 1478 progetto di ingrandire il suo palazzo; successivamente il vescovo Costantino Eroli nel 1493 voleva realizzare una biblioteca ma i due progetti non ebbero luce. Pero’ nel 1528, l’area del fabbricato, poco distante dalla cattedrale, fu scelta per l’edificazione della chiesa di Santa Maria della Manna d’oro; nel 1664, la rimanente area fu destinata al Teatro (attuale Caio Melisso). La chiesa della Manna d’oro fu edificata a spese del comune, quale segno di ringraziamento alla Madre di Cristo per incolumità dagli avvenimenti intercorsi nel 1527 fino al sacco di Roma. Da alcuni documenti si evince che il comune delibera di edificare l’ edificio nel 1528. I lavori dopo diversi anni, ancora non erano terminati. Nel 1577 viene stipulato un contratto con Geronimo Cagli intagliatore, per effettuare alcuni lavori all’interno. Ma i lavori proseguirono con molte difficoltà e per lungo tempo. Lo stato attuale dell’ interno infatti e’ del 1681. La chiesa, nella parte inferiore, (in origine) si presenta a pianta rettangolare; nei tre lati, esternamente in pietra concia, adornata con cornici e lesene; architettura semplice, realizzata da un anonimo artefice; c’è una somiglianza architettonica con la cella campanaria del duomo, eseguito pochi anno dopo da Cione di Taddeo di Lugnano. L’ ottagono del tamburo e’ tardo con evidenti segni architettonici incompleti. Singolare l’interno con un presbiterio ottagonale absidato, e sui quattro lati alcune nicchie. Colonne e capitelli, decorazioni a motivo circolare a conchiglia.
Alcuni interventi sembrano riconducibili a Gironimo Cagli, il resto appartengono al 1681 anno in cui terminano i lavori. Andiamo a vedere alcune particolarità artistiche e storiche presenti nell’edificio: sopra la porta, frammento del monumento funebre di Bernardino Lauri vescovo di Policastro morto nel 1561; al centro, il fonte battesimale, gia’ nel duomo, della prima metà del 1500, decorato con scene recanti le vicende della vita di Gesu’, ossia: Nativita’, Circoncisione, Adorazione dei Magi, Presentazione di Gesù al tempio, fuga in Egitto, Gesù tra i dottori, Battesimo di Gesù, Nozze di Cana. Sulle pareti riposo nella fuga in Egitto, Nascita della Madonna, presentazione della Vergine al tempio, Annunciazione. Le prime due tele sono di Sebastiano Conca 1735 c.a e altre sono del suo allievo, lo spoletino Nicola Costantini. Sopra l’altare maggiore una tela raffigurante Madonna col Bambino e angeli del XVII secolo, dove sullo sfondo del dipinto emergono la città di Spoleto, Rocca, e Ponte delle torri. Un vero gioiellino. Quindi fine settimana da non perdere nel territorio spoletino, in questa bella parte del territorio, con le tante attrattive storico artistiche e architettoniche che vi segnaleremo in questo periodo estivo, in questa ducale citta’ e i suoi pittoreschi dintorni.


