Alla cappella Paradisi Bartolomeo di Tommaso dipinse Cristo che scende negli inferi

La visita guidata con Carlo Favetti

di Carlo Favetti

TERNI – La famiglia Paradisi di Terni, poco nominata ma di un mecenatismo viscerale che ci ha portato uno dei “pezzi” di storia dell’ arte degno di tal nome.

La chiesa di San Francesco, uno dei principali gioielli altomedievale nel cuore della citta’, annovera una vera e propria galleria d’arte dove, tra vari artisti, il pittore quattrocentesco Bartolomeo Di Tommaso si e’ cimentato nella realizzazione di una rappresentazione suggestiva e straordinaria del “giudizio universale” e la “seconda venuta del Cristo”. Prima di immergerci nella descrizione dei dipinti, e’ bene svelare alcune notizie a riguardo dell’edificio. La chiesa “Santuario” di San Francesco risale alla seconda metà del XIII sec. Presumibilmente 1265 -1288 su uno stanziamento francescano, eretto dallo stesso poverello di Assisi attorno al 1218. Interessante la Cappella di Sant’Antonio con l’immagine del Santo del 1400, gli stucchi dei fratelli Grimani di Stroncone e affreschi del XVII sec attribuiti a Giacomo Giorgetti di Assisi; anche la cappella della Croce Santa del 1575 con opera di Sebastiano Flori allievo del Vasari. La cappella Paradisi e quella che interessa in modo particolare in quanto rappresenta un momento importante per la storia dell’arte in un periodo in cui l’Umbria e’ sicuramente fucina di nuovi talenti artistici. E su questi artisti cade lo sguardo e interesse, di famiglie benestanti, nobili e blasonate come quella dei Paradisi. Essi vollero che la loro cappella in San Francesco, fosse affrescata con un qualcosa di forte e duraturo nel tempo. Ed ecco che, conoscendo la bravura e destrezza di pennello del pittore Bartolomeo di Tommaso gli commissionano il lavoro. Bartolomeo, quindi, realizza il giudizio universale: inferno, purgatorio, la discesa di Cristo negli inferi; Madonna, gli apostoli e diversi Santi.

Nel sottarco sono raffigurati i Profeti; nella parete principale, in basso lo stemma della famiglia Paradisi ripetuti due volte. I dipinti, di recente restaurati risentono dello stile senese e della scuola marchigiana, dove Bartolomeo si formò e perfeziono’ a seguito di valenti pittori tra i quali il Sassetta. Influenzato dallo stile inconfondibile di Pierantonio Mezzastris, legato a Foligno, ne sposo la sorella. Quindi anche quest’ opera raffigurante il Giudizio Universale, in questo caso di Bartolomeo di Tommaso, va ad associarsi a ugual tema, nei dipinti al duomo di Orvieto di Luca Signorelli, alla cappella Sistina realizzati da Michelangelo, senza dimenticare il grandioso affresco “in chiave moderna”, prodotto sulla controfacciata del duomo di Terni dal Cinalli. In questa cappella Paradisi il buon impianto di illuminazione permette al turista di ammirare e perdersi in questo stupendo scenario di arte e spiritualità. Al centro in una apposita bacheca sono in esposizione alcuni reliquiari in lamina dorata e in argento facente parte del tesoro della chiesa. Vale la pena visitare l’ edificio e soffermarsi per una profonda riflessione sull’importanza della vita, della morte e della redenzione.

Monica Bellucci (foto da Donna Glamour)

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