PERUGIA – Lo Spirito Santo è il dono più grande. Ad affermarlo è stato l’arcivescovo di Perugia-Città della Pieve, monsignor Ivan Maffeis, nel corso della veglia di Pentecoste che è stata celebrata nella cattedrale di San Lorenzo.
Il dipinto di Cesare Nebbia da Orvieto risalente al XVI secolo e raffigurante la discesa dello Spirito Santo sugli apostoli, posto per la ricorrenza sull’altare, insieme ai sette lumi accesi durante l’assemblea diocesana, ha fatto da richiamo e raccoglimento, per l’invocazione dello Spirito, nel corso della messa presieduta dall’arcivescovo Maffeis e concelebrata da molti sacerdoti diocesani.
La celebrazione è stata animata dal coro giovanile “Voci di giubilo”, vissuta anche come momento culmine dell’assemblea diocesana apertasi venerdì 26 presso il “Centro Sereni-Istituto Don Guanella”.
Nella sua omelia l’arcivescovo Maffeis ha ricordato che «lo Spirito Santo è il dono più grande. E’ l’amore infinito tra il Padre e il Figlio, amore incontenibile che si riversa sulla creazione, su ogni uomo, su ogni donna».
Monsignor Maffeis si è soffermato sui segni della presenza vivace e fraterna dello Spirito Santo da lui visti nella terra umbra nei primi 9 mesi di pastore della Chiesa di Perugia-Città della Pieve: «Non fatico a riconoscerlo nell’assemblea diocesana che ci ha riuniti insieme – ha proseguito l’arcivescovo – animati dal desiderio di essere sempre più una Chiesa preoccupata di servire il Vangelo con uno stile di gratuità e di cura, radicati in ciò che è essenziale. Una Chiesa che cresce nella corresponsabilità e riconosce l’altro nella ricchezza dei suoi carismi. Una Chiesa che lascia trasparire il cuore e quindi la tenerezza di Dio ed è casa nella quale tutti hanno il diritto di trovare rispetto e accoglienza».
Quello dell’arcivescovo Maffeis è un elenco lungo delle realtà ecclesiali e non, dove vede «un segno dell’azione dello Spirito. Dalle comunità parrocchiali a quelle dei monasteri, alle tante opere di carità, a partire da quelle poste dalla nostra Caritas, ai tanti movimenti ecclesiali».
Nell’affidare ai fedeli il compito di completare l’elenco, monsignor Maffeis non poteva non menzionare «la presenza dell’azione dello Spirito entrando nel mondo del lavoro, nelle aziende, nelle fabbriche, nelle caserme, nell’università, nelle redazioni giornalistiche, nell’ospedale, nelle case di riposo, nell’hospice, nel carcere, nelle sedi delle nostre istituzioni».
Ha concluso l’arcivescovo: «Quante persone compiono quotidianamente il loro dovere con dedizione e competenza, nel silenzio, consapevoli che forse nessuno mai dirà loro grazie, animati dalla coscienza di una responsabilità nei confronti degli altri».


