Gli anni d’oro della grande Perugia: Tato Forleo diverte e commuove con i ricordi ne “Il vizio di Milva”

Le scalette, il Subway e lo struscio su corso Vannucci: viaggio nella città che non c’è più nel romanzo di uno dei suoi protagonisti. La presentazione

PERUGIA – C’è la Perugia universitaria, quella degli anni migliori, tra gli ultimi Ottanta e tutti i Novanta, sullo sfondo del primo romanzo di Santo Forleo, da tutti conosciuto col soprannome di “Tato”.

E proprio nella città delle due Università, dove l’autore ha sviluppato il percorso che lo ha portato a laurearsi in Lingue e Letterature Straniere con una tesi sulle figure femminili ne Les Fleurs du Mal di Charles Baudelaire, giovedì 6 luglio (inizio alle 21), all’Art Gallery & Cafè “Indigo” di via Oberdan 51, verrà presentato il libro “Il vizio di Milva” in un concept di spettacolo che prevede anche la proiezione di alcuni cortometraggi e l’ascolto di musiche, parole e visioni alla presenza dell’autore sollecitato da Roberto Laurenzi, di un dj delle notti perugine di allora come Cristiano Curini e di un nutrito gruppo di ex studenti universitari dell’epoca, perugini o che hanno scelto la città del Grifo come luogo in cui restare dopo gli studi per vivere e lavorare.
Un’altra figura femminile, dunque, si staglia nella produzione letteraria di Forleo, classe ’74, tarantino di nascita ma cittadino di un mondo in cui ai primi posti ci sono realtà che lo hanno positivamente segnato come Perugia, appunto, e Sidney dove ha conseguito il Diploma in Pedagogia dell’Infanzia presso l’Istituto MEGT.
Il volume, che non nasconde di avere tratti autobiografici, è ambientato a Taranto ma in più parti il protagonista, Gualtiero, cita la realtà universitaria perugina: dagli ambienti accademici con lezioni ed esami sofferti, alle attività per sbarcare il lunario lavorando come camerieri o rivestendo il ruolo di public relation in Corso Vannucci per i vari locali notturni, passando per gli amori e le amicizie incontrati strada facendo. Ma poi c’è Milva, l’amore che diventa quasi ossessione fino a far ritrovare il protagonista del romanzo solo con sé stesso, rinchiuso nella sua mansarda, cercando di riordinare la sua vita. Con un sacco nero tra le gambe e un pacchetto di sigarette. Nel primo frugherà tra i ricordi della sua infanzia. Oggetti impolverati riporteranno alla luce i meravigliosi anni ’80 e ‘90. Un bagliore nostalgico che illuminerà il suo primo amore: Gisella. Mentre un accendino darà fuoco ad una sigaretta che lo riporterà tra le braccia di Milva. 20 paglie per ricordarla, togliersi il vizio e cercare disperatamente di smettere di pensare a lei.
Questo continuo passaggio dal passato al presente mostra il vissuto del protagonista nelle varie fasi della vita dove è alle prese con l’amore, la morte, l’affetto per la famiglia, gli amici. Lo scenario, come si diceva, è anche la Perugia di quella che tanti ex studenti, che oggi hanno cinquant’anni o giù di lì, amano definire “dei tempi d’oro”, quando si vivevano le notti sulle scalette della Cattedrale di San Lorenzo o al Subway di Porta Sole, gestito dallo “zio Ferdy”, al secolo Ferdinando Florio, ancora oggi come tanti altri presente in città.
L’appuntamento di giovedì servirà dunque certamente a presentare il romanzo di “Tato”, che negli anni si è anche cimentato in varie raccolte poetiche; ma costituirà anche una sorta di rimpatriata tra tanti amici che hanno nel cuore Perugia e tutto ciò che ne ha fatto negli anni un’autentica icona.

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