Alex, la famiglia vuole la verità: si spera nell’invio delle impronte digitali in Colombia al più presto

È incessante l’impegno dei suoi cari nei confronti della autorità sudamericane. Martedì una messa in Collegiata per ricordare il 33enne

R.P.

UMBERTIDE (Perugia) – Una famiglia dilaniata dal dolore e che chiede a gran voce giustizia. I parenti di Alexandre Mennesson – la mamma Irene, il padre Pascal e il fratello Thomas – stanno facendo di tutto per far arrivare al più presto le impronte digitali del 33enne in Colombia.

Solo in quel modo si potrà procedere al riconoscimento ufficiale della salma del giovane – con doppio passaporto francese e italiano che ha vissuto gli ultimi anni della sua vita a Umbertide, paese d’origine della madre, prima del trasferimento in Sudamerica – trovato agonizzante nei pressi del “Tunel de Oriente” a Medellin e spirato poche ore dopo in ospedale a causa delle percosse e di alcune coltellate. E’ ancora mistero sulle cause del decesso di Alex. Con molta probabilità il giovane sarebbe stato adescato con la tecnica del “paseo millonario” e ridotto in fin di vita da una banda di malviventi nel momento in cui il denaro in suo possesso sarebbe stato prosciugato del tutto. Gran parte degli interrogativi troveranno risposta nel momento in cui il corpo del giovane verrà sottoposto a esame autoptico.

Per questo i suoi familiari stanno facendo di tutto per ottenere un confronto con le autorità colombiane. Da una settimana è un continuo di contatti con la procura francese che si occupa della morte di Mennesson e il consolato colombiano. L’obiettivo è quello di riavere il prima possibile il corpo di Alex, al momento custodito in obitorio nella capitale Bogotà, per dargli degna sepoltura nel cimitero di Umbertide.  Nella giornata di lunedì 31 luglio verrà effettuato un nuovo tentativo per ottenere  le impronte digitali del giovane. C’è la probabilità che vengano chieste altre modalità  chiedere altre  modalità per risalire all’identità del cadavere. La famiglia,  se l’accertamento attraverso le impronte digitali non fosse definitivamente possibile, chiederà  la comparazione del Dna della vittima con quello di uno dei membri del nucleo familiare, anche attraverso un prelievo di materiale biologico.

La comunità umbertidese, intanto, vuole ricordare questo ragazzo dal cuore d’oro e ora pianto dai numerosi amici che si era fatto durante i suoi tre anni di vita in Altotevere. Per rendere omaggio ad Alex e per dare un grande abbraccio ai suoi cari, martedì pomeriggio, alle 18, verrà celebrata una messa in suo suffragio in Collegiata. E nel frattempo si spera che il caso venga presto risolto.

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