R.P.
PERUGIA – Sondaggio? No, grazie. Primarie sì. A tutti i costi. È l’appello indirizzato al segretario cittadino, Sauro Cristofani, che lanciano sette circolo del Pd di Perugia. Il tutto nasce da una indiscrezione che circola da tempo: quella della scelta di una consultazione a campione tra gli iscritti per scegliere il candidato sindaco dem, al posto del sacro rituale delle primarie.
«Apprendiamo che il Pd di Perugia (insieme ad altre forze di centro sinistra?) – scrivono i circoli malpancisti – si appresterebbe a compiere un sondaggio tra un campione di elettori per scegliere il candidato sindaco del centro sinistra per il comune di Perugia. Ci chiediamo: quale organo del PD ha deciso questo metodo per la scelta del candidato sindaco? Chi lo effettuerà? Chi lo pagherà e con quali soldi? Chi garantirà la correttezza del sondaggio? Se i risultati del sondaggio saranno vincolanti per le scelte del Partito Democratico?».
Gli autori dell’appello si chiedono, inoltre, per quale motivo «non viene neanche presa in considerazione l’ipotesi di svolgere le primarie, strumento ordinario e consolidato, connotativo del Partito democratico, tra l’altro richiesto più e più volte in tutti gli organismi da un nutrito gruppo di iscritti e di circoli. La stessa segretaria nazionale Schlein ha recentemente affermato che il metodo delle primarie è l’unico strumento che abbiamo per porre fine ad un partito in mano ad accordi fra capicorrente e dove non circolano le idee migliori e dove se non “appartieni a qualcuno” non sei nessuno. È questa la logica che sembra dominare nel modo di dirigere il partito di Perugia e dell’Umbria».
Le primarie, proseguono, non saranno «un metodo perfetto ma nemmeno la democrazia è esente da difetti eppure sono un metodo che tutti gli aderenti al Pd si sono dati come strumento prioritario per la scelta di candidati a cariche monocratiche e per la scelta degli organismi interni».
Se non si dovesse intraprendere la strada della consultazione della base e dei cittadini, secondo i circoli dissidenti, si aprirebbe la strada all’ennesimo insuccesso elettorale: «Continuare ad ignorare la volontà degli iscritti e la storia del Partito democratico oltre che operare in maniera totalmente avulsa dal reale contesto politico non fatto da sigle ma da enormi problemi delle persone, così come fanno gli attuali dirigenti del Pd e in primo luogo il suo segretario cittadino è suicida, significa rinunciare alla pur remota possibilità che abbiamo di contendere il Comune alla destra più bieca e incapace che ci sia mai capitata».
La mobilitazione è a un passo: «È l’ora della battaglia – annunciano i sette circoli – Noi non rinunciamo a dire la nostra e useremo tutte le armi democratiche e regolamentari per fermare queste scelte scellerate e inette».


