TERNI – Giovedì 12 ottobre il direttore generale del Santa Maria di Terni, Andrea Casciari, ha giustamente esibito i dati migliorativi della sua gestione. Ma mentre illustrava le sue performance gestionali c’è chi faceva i bagagli per traslocare. Ad abbandonare l’azienda ospedaliera di Terni medici impegnati in differenti reparti. Sanitari che tanto lustro hanno dato in questi anni all’ospedale di Colle obito, richiamando pazienti da fuori regione. I nomi dei medici in partenza sono spuntati fuori dall’albo dell’aziende nella sezione dei provvedimenti assunti dall’ufficio del personale che ha dovuto prendere atto del bye bye.
Le defezioni, al momento, sono almeno cinque, ma la lista potrebbe allungarsi a breve. In diversi casi si tratta di saluti particolarmente dolorosi per la struttura complessiva del Santa Maria, in quanto vanno a colpire reparti e servizi già in affanno. Uno su tutti quello di anestesia e rianimazione, che incide pesantemente sull’attività delle sale operatorie. La domanda è: perché così tanti saluti? Le fonti sindacali, da tempo, parlano di una struttura in sofferenza per quanto riguarda il personale a disposizione. Un ospedale dove non è semplice usufruire delle ferie, dove i turni non di rado vengono dilatati, dove le aspettative di fare carriera sono limitate. Dietro i saluti a ripetizione ci sarebbe anche la marginalizzazione di una struttura che fino a qualche anno fa era protagonista assoluta nella regione Umbria e non solo. Un ospedale che per reparti, servizi, dotazioni, poteva competere con quello di Perugia pur non avendo la presenza massiccia dell’Università. Oggi, invece, al Santa Maria, tirerebbe aria di rassegnazione e persino gli specializzandi preferirebbero allocarsi in strutture più dinamiche e concorrenziali.


